Pacific Rim – La Rivolta: Recensione

Pacific Rim – La Rivolta. Nuove carte in tavola e nuove sfide per l’universo sci-fi dei mecha post-Del Toro.

Dieci anni dopo gli eventi del primo film, la Terra torna lentamente a vivere dopo l’assalto dei Kaiju. Bisogna fare i conti con quanto perduto, ricostruire quanto distrutto e cercare di sopravvivere tra le macerie lasciate lungo le devastate coste dell’Oceano Pacifico. Ma cosa succederebbe se l’umanità tornasse ad avere bisogno dei colossali Jaeger da combattimento?

La Rivolta (in)umana

 La Guerra contro i Kaiju è terminata da un decennio, e tutte le brecce sommerse lungo l’Anello del Pacifico sono state chiuse. Jake Pentecost (John Boyega, il Finn della nuova trilogia di “Star Wars”) è il figlio del defunto eroe e pilota di Jaeger Stacker, ma non sembra aver ereditato dal padre né l’attitudine all’eroismo né quella al valore militare. Abbandonato il suo compito nell’esercito, Jake trascorre le sue giornate tra feste e piccoli furti lungo la costa, ancora distrutta; tutto cambia quando si trova davanti Amara (l’esordiente in un ruolo principale Cailee Spaeny), giovanissima superstite alla Guerra capace di costruire con le sue sole forze un piccolo Jaeger illegale di nome Scrapper, e viene coinvolto in una folle fuga dalle autorità a bordo del mecha illegale.

Arrestati e condotti alla base militare dove le nuove leve si addestrano all’utilizzo dei giganteschi robottoni, Jake e Amara si trovano al centro di un dibattito politico riguardante il futuro della tecnologia bellica, mentre un pericolo si avvicina silenziosamente e li spinge a tornare in azione al fianco dei sopravvissuti al primo capitolo della saga. Salvare il mondo una seconda volta non sarà facile come previsto.

Pacific Rim senza Del Toro: funziona?

Affrontiamo direttamente la questione più pressante. Può un film che porta sulle spalle il pesante fardello di essere un sequel di un filmone diretto da un certo Guillermo Del Toro esistere senza quest’ultimo dietro la macchina da presa? Per farla breve: assolutamente sì.

Deluso da un incasso al botteghino non proprio esaltante e dell’altrettanto scarso successo al box office del successivo (e bellissimo!) “Crimson Peak”, Del Toro vide la proprietà dell’universo di Pacific Rim venduta, mentre si comincia a parlare di fugace ripudio dall’idea di un qualsivoglia prosieguo della saga da parte del suo stesso autore. Contrariamente alle dichiarazioni del diretto interessato, chiaramente.

Bisognerebbe poi che buona parte della critica, puntualmente in lutto per un secondo capitolo che non si sarebbe dovuto fare, ricordi il trattamento originariamente riservato al film di origine della saga nel 2013; veleno smentito e ritrattato, con un atteggiamento che per verità riporta a situazioni già viste quando si parla del mondo dei blockbuster e del Cinema di puro intrattenimento commerciale e popolare (si noti la C maiuscola). Salvo tardiva e composta rivalutazione. Piccole questioni di Oscar. La forma della critica oltre quella dell’acqua. In attesa della prossima, scontata sufficienza al sesto exploit di Bayana memoria.

Pacific Rim senza Del Toro: funzionerà?

L’avvolgente regia di DeKnight, le buone interpretazioni di tutto il cast (regna incontrastata su tutti gli altri la coppia di geniali professori amici/nemici di Charlie Day e Burn Gorman) e la sceneggiatura divertente e divertita rendono questo secondo capitolo una piccola perla del genere. Dotato di una ottima messa in scena e di un design derivativo ma fortissimo, l’opera prima per il cinema di DeKnight brilla di una certa freschezza del tutto. Gli ingredienti sono sempre quelli, ma quel che conta è la dose impiegata; e in questo caso, il mix è perfetto.

Tra una citazione a Metroid e una a Neon Genesis Evangelion passando per l’immancabile Gundam, “La Rivolta” del brand si compie in un divertissement fracassone ed esagerato, semplicemente imperdibile per gli appassionati della fantascienza di menare e dei mecha giganteschi. Non aspettatevi “Solaris” o “2001”, e tutto andrà bene. Almeno fino alla prossima invasione Kaiju.

Vedremo mai un terzo capitolo della saga? Nessuno può dirlo con certezza. La parola alla critica, e alle sue affilate penne/spade.

 

Commento finale:

“Pacific Rim – La Rivolta” è grande Cinema d’intrattenimento. Più frenetico e divertito del primo capitolo, e più interessante e intelligente della media del genere di appartenenza. Se amate mecha, mostri e distruzione sapete già il da farsi. Se invece siete soltanto in cerca di un ottimo film, il nostro consiglio è quello di fiondarsi al cinema e comprare il biglietto verso un mondo altro: il meraviglioso mondo di Pacific Rim.

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