"Nero Wolfe": critica di Antonio Dipollina su Repubblica

Una forzatura atroce: così il critico televisivo Antonio Dipollina definisce il nuovo Nero Wolfe targato Casanova dalle pagine di Repubblica.

La critica di Dipollina è rivolta al sistema fiction in generale: bastano i finanziamenti regionali per realizzare serie televisive, anche se dietro vi sono storie poco credibili dai contenuti improbabilmente esagerati, come nel caso di “Nero Wolfe”:

Il criterio può portare ovunque. Utilizzando finanziamenti  regionali, si girano fiction per la tv. Un giorno qualcuno (casa  di produzione di Luca Barbareschi) decide che ci si può  inventare che Nero Wolfe all’ epoca litigò con l’ Fbi e  decise di trasferirsi a Roma. Allo stesso modo un giorno o l’  altro Indiana Jones verrà portato nella Capitale e usato  come gladiatore davanti al Colosseo.

Nel mirino del critico anche gli interpreti Francesco Pannofino (Nero Wolfe) e Pietro Sermonti (il suo assistente Archie Goodwin):

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Francesco Pannofino e Pietro Sermonti sono quasi  commoventi nel cercare di star dentro in qualche modo ai due  protagonisti – improponibile comunque il riferimento a Buazzelli  e Paolo Ferrari, tutt’ altra epoca.

L’unica ancora di salvezza della fiction, secondo Dipollina, sta nella forza delle trame e dei personaggi inventati dallo scrittore statunitense Rex Stout nel 1934:

Attorno a questo Nero Wolfe  di Raiuno, a quel punto, hanno tentato di salvare il salvabile,  stavolta la trama era quella di Fer-de-Lance, primo romanzo della  mitica serie…Che il canovaccio originario  del grande Rex Stout renda poi nemmeno sgradevole un simile  divertissement accresce la gloria dell’ autore, ma poco altro.

Eppure ciò non basta, perchè a monte c’è un problema difficile da superare: la forzatura atroce da cui  nasce tutto è insuperabile.

La prima puntata di “Nero Wolfe” è stata accolta tiepidamente dal pubblico italiano: 4.144.000 telespettatori e il 16,09% di share. Vedremo nelle prossime settimane se il pubblico italiano dimostrerà di apprezzare la fiction o si mostrerà concorde con il giudizio di Dipollina: d’altronde l’ultima parola spetta sempre al pubblico!

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Giulio Oliani

 

 

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