Rischiatutto 2.0, un'operazione certosina ma inquietante

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Fabio Fazio in Rischiatutto
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Fabio Fazio in Rischiatutto

Accendere ieri sera su Rai Uno è stato per qualche minuto sicuramente un salto nel passato, come viaggiare in una macchina del tempo televisiva ed essere proiettati negli anni 70 ai tempi del celebre Rischiatutto di Mike Bongiorno per quello che era un programma e un quiz a dir poco impeccabili, come impeccabile è stato senza dubbio e anche coraggioso Fabio Fazio e non solo lui nel lavoro di riproduzione oserei dire certosino dello storico programma. Prima il bianco e nero, poi le immagini di repertorio, quindi la stessa sigla, lo stesso studio con i medesimi colori vintage continuando poi con le stesse regole, gli stessi giochi e anche alcuni degli storici concorrenti. Fin qui tutto bene direte? Ovviamente no perchè la tv è cambiata profondamente e spesso in peggio, Fazio non è Bongiorno e non lo sarà mai ma come nessun altro in tv oggi. Fazio è e resta soporifero, una vera camomilla televisiva e quindi dopo pochi minuti non si regge.

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Azzeccata la scelta di portare almeno nelle prime due puntate speciali, stasera l’ultima, ospiti del calibro di Lorella Cuccarini, Maria De Filippi e stasera ci sarà Fiorello. L’effetto revival però è inquietante anche se in linea con un vecchiume a cui la Rai insiste a non voler rinunciare nonostante di tanto in tanto si parli di innovazione. Riportare in tv celebri programmi che hanno fatto la storia della Rai oggi non è una buona idea, semplicemente perchè è un’altra epoca. Perfino sentire i concorrenti parlare in lire, con gli acquisti che hanno potuto fare con quelle vincite fa tenerezza ma mette anche molta tristezza sentire oggi i montepremi in euro, moneta odiata da tutti ci fa tornare ad una realtà che ci piaccia o no è questa e il passato resta passato ma è anche giusto che sia cosi. Altrimenti non potremmo più chiamarla nostalgia e almeno non toglieteci quella!

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