Canone Rai, alcuni passaggi poco chiari secondo il Consiglio di Stato

canone rai
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Non c’è stato un buon tempismo da parte del Consiglio di Stato che a qualche settimana prima dell’invio delle prime fatture che conterranno il pagamento del Canone Rai che da quest’anno dovrà pagare in bolletta elettrica per bocciare sonoramente il decreto in merito o almeno bocciare alcuni punti poco chiari e alcuni addirittura mancano nello spiegare dei passaggi importanti e non è un caso che da mesi in molti si stanno lamentando della poca chiarezza e sembra che nessuno si sia mosso più di tanto. Il Consiglio di Stato lamenta che il decreto – scritto dal ministero dello Sviluppo Economico – non offre una definizione di apparecchio tv. E neanche precisa che il canone si versa una volta sola, anche se abbiamo più televisori in casa.

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E’ dunque indispensabile chiarire che la famiglia deve versare la gabella un’unica volta, e soltanto se possiede un tv che riceve i programmi in modo diretto oppure attraverso il decoder. In questo modo, il decreto chiarirà una volta e per sempre che non si deve pagare niente quando si hanno uno “smartphone o un tablet” che pure riescono oggi a intercettare il segnale televisivo.

Il Consiglio di Stato osserva anche che la riscossione del nuovo canone pone un problema di privacy, vista l’elevata mole di dati che si scambieranno gli enti coinvolti (Anagrafe tributaria, Autorità per l’energia elettrica, Acquirente unico, Ministero dell’interno, Comuni e società private). Eppure il decreto ministeriale non prevede neanche uno straccio di disposizione regolamentare che assicuri il rispetto delle normativa sulla riservatezza.

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