Alberto da Giussano: il personaggio di Raz Degan in "Barbarossa"

Dopo l’uscita al cinema nel 2009 con scarso successo, il 25 e 26 marzo prossimi arriva sugli schermi televisivi di Rai1 Barbarossa, il film diretto da Renzo Martinelli con Raz Degan (Alberto da Giussano), Rutger Hauer nei panni dell’Imperatore, Kasia Smutniak (Eleonora), Cecile Cassel (moglie dell’Imperatore) e F. Murray Abraham (il crudele Siniscalco Barozzi), che ha scaturito numerose polemiche di natura politica in quanto fortemente voluto e sostenuto dalla Lega di oggi. Non a caso nel film compare in un cameo difficilissimo da scovare anche Umberto Bossi (vi invito a provare a cercarlo).

Raz Degan interpreta il giovane milanese Alberto da Giussano, personaggio che le leggende consacrano come l’eroe della battaglia di Legnano del 29 maggio 1176, in cui i Comuni dell’Italia settentrionale, riuniti nella Lega Lombarda supportata da Papa Alessandro III, sconfissero l’esercito dell’Imperatore Federico Barbarossa (Rutger Hauer) che, a capo del Sacro Romano Impero, voleva estendere il suo potere su di essi.

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Secondo la leggenda, Alberto da Giussano, oltre ad essere un abile stratega che si rivelò fondamentale nel determinare l’esito della battaglia, fu il condottiero della Compagnia della Morte, un’associazione militare da lui assemblata, composta da 900 cavalieri lombardi con il compito di difendere fino alla morte il Carroccio, simbolo della Lega Lombarda.

Nella realtà, non si ha la certezza che Alberto sia effettivamente esistito: si è provato ad identificarlo con uno dei due Alberti (Alberto da Carate ed Alberto Longo) che firmarono il patto istitutivo della Lega Lombarda o con un omonimo personaggio che compare in un documento milanese del 1196. Molto più probabilmente però si tratta di un personaggio leggendario. Nel film di Martinelli, oltre alle vicende belliche di Alberto trovano spazio anche i sentimenti: il giovane condottiero si innamorerà infatti della bella Eleonora, interpretata da Kasia Smutniak.

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Del suo ruolo in “Barbarossa”, Raz Degan, intervistato durante la lavorazione del film in Romania, ha dichiarato al “Corriere della Sera”: «Alberto forse non è mai esistito. Questo lo rende anche più stimolante, mi permette di lavorare di fantasia e poesia. Ho iniziato a evocarlo mesi fa, nel mio trullo di Cisternino, solo con il mio cane e il mio cavallo. Una realtà arcaica, primordiale, di fuoco, cibo, animali. Poi ho trasformato il mio corpo, otto chili di muscoli in più, per somigliare al fisico di un guerriero. Quindi dalla pelle sono passato all’anima. Cosa trasforma un ragazzo qualsiasi in un eroe popolare? Una forza che arriva solo quando hai perso tutto: genitori, fratelli, la donna amata. Quando non hai più nulla da perdere, solo allora puoi cominciare a vincere».

Giulio Oliani

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