Tom Clancy’s Jack Ryan – Recensione

Tom Clancy’s Jack Ryan – Recensione

Tom Clancy’s Jack Ryan alza l’asticella dello spy-thriller televisivo.

Le aspettative verso Tom Clancy’s Jack Ryan erano piuttosto alte, complice anche una campagna marketing molto chiassosa organizzata da Amazon per spingere questo nuovo rilancio del celebre analista della CIA creato dalla penna del defunto Tom Clancy negli anni ’80.

Jack Ryan arriva su Prime Video in un momento storico cruciale per il futuro della piattaforma digitale di Amazon, che, con le sue recenti dichiarazioni, ha ammesso la volontà di perseguire uno sviluppo meno massiccio dei suoi contenuti, e più concentrato, puntando innanzitutto sulla qualità e meno sulla quantità insomma.

Questo comporta ovviamente dei grossi rischi dal punto di vista commerciale, che possono tradursi in prodotti qualitativamente eccellenti, ma poco adatti alle masse, e quindi poco apprezzati dalla grossa fetta di abbonati al servizio. Dall’altra il colosso dell’e-commerce sembra voler puntare sui grandi eventi televisivi, generando curiosità nel suo pubblico, facendosi vanto di nomi che mai ci saremmo aspettati di vedere sul piccolo schermo (Julia Roberts in Homecoming!).

Azione e spionaggio da vero cinema confezionata per la TV

Questa nuova trasposizione dei romanzi di Jack Ryan, che per la prima volta porta l’eroe della CIA sul piccole e non il grande schermo, ci propone una classica spy story che ha la doppia funzione di raccontarci anche le origini del nostro protagonista: John Krasinski lontano dai tempi comici di The Office, e che qui deve fare i conti con l’eredità lasciata da altri attori che prima di lui si sono cimentati in questa parte; nomi come Alec Baldwin, Harrison Ford, Ben Affleck e del più recente Chris Pine.

Krasinski riesce a far suo questo ruolo grazie ad un buon bilanciamento fisico e caratteriale del personaggio, apparendo sempre in parte quando inizialmente lo vediamo alle prese con il mondo degli analisti della CIA, e successivamente sul campo alle prese con l’azione.

La scelta di trasformare lo show in un vero e proprio film di otto ore, diviso a sua volta in otto episodi, permette agli autori di approfondire non solo il protagonista, ma anche il suo antagonista, Suleiman.

Ed è proprio l’antagonista la vera sorpresa di questo show: a tratti un nuovo Bin Laden che, come tutto il contesto e i gli altri personaggi che animano la serie, è “figlio” della scrittura televisiva moderna. Ma per certi versi Suleiman riesce  ad emergere  quasi come un “villain romantico”, grazie ad una serie di sequenze che fin dal primo episodio cercano di giustificare le sue azioni.

Nonostante un cast di comprimari che vede tra gli interpreti anche Abbie Cornish, e Wendell Pierce, il vero cuore dello show resta soprattutto il protagonista, ed è forse questo il problema della serie: la sceneggiatura è completamente assuefatta dalla dualità tra Ryan e Suleiman che decide di non intraprendere percorsi narrativi collaterali, focalizzandosi su un racconto lineare. Questo ovviamente potrebbe far storcere il naso ai lettori dei romanzi, dato che la presenza dei comprimari gioca da sempre un ruolo centrale nelle avventure del protagonista, qui invece li ritroviamo al servizio della storia, e basta.

Jack Ryan è un prodotto ambizioso, che prende il meglio di una serie poliedrica come Homeland (attualmente vera ammiraglia delle spy story televisive) per elevare ulteriormente il genere sul piccolo schermo, puntando ad una messa in scena molto più aderente al canovaccio cinematografico. Per farla breve, se Homeland deve fare i conti con dei limiti di budget che impediscono alla produzione di puntare sui grandi effetti e la spettacolarità, in Jack Ryan fanno capolino sequenze davvero accattivanti e strappate al cinema d’azione contemporaneo.

Questo dona alla serie un ritmo ben sostenuto che si destreggia tra azione e narrazione. Il formato ridotto della stagione in buona sostanza si rivela vincente. Non siamo certamente al cospetto di una serie rivoluzionaria per il panorama televisivo, la sceneggiatura affonda molto negli stereotipi del genere,  ma la portata del prodotto resta comunque ambiziosa nella messa in scena, ma con ancora ampi margini di miglioramento.

Con una seconda stagione già confermata, e che vedrà anche Noomi Rapace nel cast, siamo certi che Jack Ryan ha tutte le carte in regola per diventare una delle punte di diamante delle produzioni Amazon Studios.



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