Teleblog intervista Giovanni Scifoni: "La musica mi ha insegnato a dare forma e dinamicità alle interpretazioni dei miei personaggi" – "Mi piacerebbe interpretare un extraterrestre in un film di fantascienza"

Teleblog intervista Giovanni Scifoni: "La musica mi ha insegnato a dare forma e dinamicità alle interpretazioni dei miei personaggi" - "Mi piacerebbe interpretare un extraterrestre in un film di fantascienza"

Teleblog ha avuto il piacere di intervistare Giovanni Scifoni, attore che vanta un ricco curriculum tra progetti teatrali, televisivi, cinematografici, ma anche musicali.

Dopo aver studiato pianoforte classico prima, e jazz dopo, Giovanni Scifoni fonda nel 1997 insieme al fratello la Compagnia teatrale e musicale Musici&Comici, con la quale hai realizzato in Italia la prima edizione full symphonic del “Jesus Christ Superstar” di Webber.

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Dopo una ricca carriera teatrale, il debutto al cinema arriva con “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana. Da lì, la strada è in salita: ricordiamo infatti la sua partecipazione in fiction come “Mio figlio” e il suo seguito “Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi“, al fianco di Lando Buzzanca, “Lonore e il rispetto“, “Il peccato e la vergogna“, “Io non mi dimentico“, “Un medico in famiglia“, “L’ultimo papa re“, fino al più recente “Paura di amare 2“.

Da ricordare anche lo spettacolo teatrale “Le ultime sette parole di Cristo (minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi)“, di cui lui stesso è autore, che non solo gli ha regalato un grande successo ma che ha portato in giro per l’Italia ottenendo il tutto esaurito.

Questa sera, lunedì 28 Aprile, potremo vederlo nel film tv “La tempesta“, del ciclo “Purchè finisca bene“, mentre prossimamente potremo vederlo su RaiUno nelle fiction “A testa alta – i martiri di Fiesole” di Maurizio Zaccaro, “Un cuore matto” con Gigi Proietti, “Un passo dal cielo 3” al fianco di Terence Hill, ma anche a teatro con “Molto rumore per nulla” diretto da Giancarlo Sepe.

Se anche voi avete voglia di conoscerlo meglio, allora non perdetevi la nostra intervista…

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Teleblog: Anzitutto chi è Giovanni Scifoni? Presentati ai nostri lettori.

Giovanni Scifoni: Attore, marito di Elisabetta, papà di Tommaso, Cecilia e Marco.

Teleblog: Per parecchi anni hai studiato prima pianoforte classico e jazz con il Maestro Annamaria Grassi, e poi canto con il Maestro Claudia Martino, per poi fondare nel 1997, insieme a tuo fratello, la Compagnia teatrale e musicale Musici&Comici con la quale hai realizzato in Italia la prima edizione full symphonic del “Jesus Christ Superstar” di Webber. Quanto è stata importante per te la musica, quanto ti ha lasciato e, sopratutto, cosa ci dici di quest’esperienza?

Giovanni Scifoni: La musica mi ha insegnato a dare forma, organicità e dinamismo alle interpretazioni dei miei personaggi, mi ha insegnato che la recitazione oltre ad essere “vera” deve essere anche “bella”. Oggi purtroppo l’unico requisito che viene richiesto agli attori di cinema e tv è il realismo, il quotidianismo sciatto. Se adattassimo lo stesso principio alla musica dovremmo comporre esclusivamente canzoni che riproducano suoni di clacson nel traffico, urla da stadio, brusii… che noia.

Teleblog intervista Giovanni Scifoni: "La musica mi ha insegnato a dare forma e dinamicità alle interpretazioni dei miei personaggi" - "Mi piacerebbe interpretare un extraterrestre in un film di fantascienza"

Teleblog: Coltivi ancora oggi questa tua passione per la musica e per il canto?

Giovanni Scifoni: Cerco di insegnarla ai miei figli. Io purtroppo ho perso parecchio la mano. Non si può fare tutto nella vita.

Teleblog: Dal canto alla musica jazz per poi passare alla recitazione… Come avviene questo passaggio e quando hai capito di voler davvero intraprendere questa strada?

Giovanni Scifoni: Da ragazzo oltre alla musica disegnavo i fumetti, ed ero parecchio bravo, a un certo punto le storie che scrivevo mi stavano strette, il fumetto ti lascia troppa libertà, puoi scrivere e disegnare quello che vuoi, senza limiti. La troppa libertà a volte è castrante, destabilizzante. Così ho cercato nel teatro, nella carne, nell’incarnazione delle mie storie un nuovo limite con cui incatenare la mia libertà per essere ancora più creativo.

Teleblog: Vanti una ricca carriera teatrale, che sicuramente è stata una grande scuola per te. Cosa si prova a recitare di fronte ad un pubblico? Quali sensazioni provi in quell’istante e quale carico di responsabilità avverti nei confronti della platea?

Giovanni Scifoni: Ho sempre molta paura, paura di perdere un’occasione, paura di prendere in giro il pubblico, anche se spesso la gente in platea non se ne accorge. Quando sono molto sicuro di me, o non mi sento stimolato per vari motivi, può succedere che la paura lasci il posto all’insensibilità, e allora faccio delle sciocchezze, mi dimentico la parte, mi perdo, o semplicemente non provo emozioni. È terribile recitare senza emozione, è una tortura. Ma mi succede di rado, se mi succedesse spesso mollerei questo lavoro, senza dubbio.

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Teleblog: Uno degli spettacoli teatrali che ti ha regalato maggiore successo è senza dubbio “Le ultime sette parole di Cristo (minestra di fede per cialtrone e strumenti antichi)“, di cui sei tu stesso autore, che hai portato in giro per l’Italia ottenendo il tutto esaurito. Uno spettacolo che attraversa i temi e i personaggi della spiritualità, scanditi dalle sette frasi di Cristo che, secondo il Vangelo, sono state pronunciate durante la sua  Passione. Come nasce l’idea di questo progetto? E qual’è il tuo rapporto con la fede?

Giovanni Scifoni: È il lavoro più complesso e il più bello della mia vita finora. Ho scritto questo monologo perché commissionato da un’orchestra che doveva eseguire haydn, appunto. Poi lo spettacolo ha preso un’altra piega e mi sono affiancato a due musicisti che eseguono musica medievale e semitica. La fede nella mia vita ha rappresentato tutto. Come anche le crisi di fede e l’ateismo. In questo spettacolo racconto questo: fede purissima, ateismo purissimo, superstizione purissima, attraverso storie e personaggi di tutte le epoche: santi, idioti, cialtroni. Si può ridere e piangere di qualunque argomento, questa è la legge del racconto teatrale, e ho scoperto con questo spettacolo che soprattutto i giovani hanno voglia di interrogarsi, ridere e piangere sulle domande fondamentali dell’esistenza umana.

Teleblog: Nel 2011 vinci il Premio Golden Graal come “Astro nascente del teatro” e la menzione speciale del Premio “Teatro per la memoria 2012”. Sarà stata una grande soddisfazione per te…

Giovanni Scifoni: Sì, soprattutto perchè sono riconoscimenti ai miei spettacoli sulla fede.

Teleblog: Il debutto al cinema arriva nel 2003 con il film”La meglio gioventù“, per la regia di Marco Tullio Giordana, dove interpreti il ruolo di Berto. Il film, lo ricordiamo, racconta trentasette anni di storia italiana, dall’estate del 1966 fino alla primavera del 2003, attraverso le vicende di una famiglia romana. Che cosa ci dici di quest’esperienza?

Giovanni Scifoni: E’ stato il mio primo contratto  cinematografico, con uno splendido regista e un cast eccellente, ho passato quel periodo in totale esaltazione. Anche perchè venivo da una brutta esperienza lavorativa, quel film mi ha rimesso al mondo. Sono molto grato a Marco Tullio.

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Teleblog: Due anni dopo, nel 2005, reciti invece come protagonista nella fiction di RaiUno “Mio figlio“, per la regia di Luciano Odorisio, con Lando Buzzanca e Caterina Vertova. La serie fu un successo e nel 2010 tornò con il seguito “Io e mio figlio – Nuove storie per il commissario Vivaldi“. In questa serie interpreti il ruolo di Stefano Vivaldi, il figlio omosessuale del commissario. Come ti sei preparato per questo ruolo?

Giovanni Scifoni: Leggendo “Padri e figli” di Turgenev. Il ruolo che dovevo interpretare non c’entrava assolutamente nulla, ma il romanzo mi ha così emozionato che in qualche modo ho voluto infilarcelo dentro, e non so come, non so dove, ma penso di esserci riuscito. Spesso quando lavoro mi impongo dei compiti difficili, apparentemente fuorvianti. E’ divertente, e tanto chi vuoi che se ne accorga.

Teleblog: Da lì la strada è stata sempre in salita. Ti abbiamo visto in numerose fiction televisive, tra cui “Io non dimentico“, “L’onore e il rispetto“, “Don Matteo 6“, “Il peccato e la vergogna“, “Un medico in famiglia 7“, “L’ultimo Papa Re“, alla più recente “Paura di amare 2“. Se dovessi definire con un aggettivo i personaggi da te interpretati?

Giovanni Scifoni: L’aggettivo è “Espugnati”. Nel senso che ogni volta che vinco un provino mi sembra di aver compiuto un’impresa titanica, di aver conquistato una fortezza inespugnabile.

Teleblog: Possiamo dire che tu sei un artista davvero completo: cantante, musicista, attore di teatro, cinema e televisione. Ma quale forma d’arte ti aiuta ad esprimere meglio le tue emozioni? La musica, il canto o la recitazione?

Giovanni Scifoni: La recitazione è la forma espressiva che ho perfezionato fino a renderla una professione. La musica, il disegno e il canto ho dovuto in parte abbandonarli.

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Teleblog: Possiamo dire che nella tua carriera hai spaziato molto anche per quanto riguarda i personaggi da te interpretrati. Ma c’è un ruolo in particolare che ti piacerebbe interpetare o c’è un progetto in particolare a cui ti piacerebbe prendere parte?

Giovanni Scifoni: Sono probabilmente portato per i personaggi insicuri, instabili, non determinati. Mi piace lavorare su tutti i personaggi scritti come Dio comanda, detesto i ruoli dove dopo tre battute sai già tutto del personaggio, se è buono, se è cattivo, se l’autore fa il tifo per lui, detesto gli autori che fanno il tifo per un personaggio e usano l’ironia solo per mettere in mostra la propria intelligenza. Mi piacerebbe interpretare un extraterrestre in un film di fantascienza.

Teleblog: Parliamo un po’ di te… un tuo pregio e un tuo difetto.

Giovanni Scifoni: Sono pigro e incostante. Per pigrizia fuggo il confronto, il confronto mi mette ansia. E questo è il difetto. Il pregio è che in un modo o nell’altro riesco sempre a cavarmela, nei momenti di crisi nera non si sa come all’ultimo minuto prima del cataclisma finale mi viene in mente sempre una buona dannatissima idea che risolve tutto.

Teleblog: Qual’è la cosa che ti fa più paura e quale, invece, ti rende felice?

Giovanni Scifoni: Mi fa paura la perdita della speranza. Mi rende felice la mia famiglia.

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Teleblog: C’è un libro o un film che ti ha cambiato la vita?

Giovanni Scifoni: I fratelli Karamazov.

Teleblog: Un sogno nel cassetto?

Giovanni Scifoni: I miei sogni sono cassetti. Armadi pieni di cassetti, sogno continuamente cassetti e cassetti che contengono cassetti.

Teleblog: Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi prossimi progetti?

Giovanni Scifoni: Stasera su RaiUno “La tempesta”, in autunno su RaiUno “A testa alta – i martiri di Fiesole” di Maurizio Zaccaro, e il prossimo inverno sempre su RaiUno “Un cuore matto” con Gigi Proietti. Attualmente sono sul set di “Un passo dal cielo 3” con Terence Hill. E poi tanto teatro, continuo sempre a portare in giro i miei monologhi, e la prossima stagione riprenderemo il “Molto rumore per nulla” diretto da Giancarlo Sepe. Sto cercando di trovare il tempo per portare la domanda d’iscrizione di mio figlio Marco all’asilo nido.

Intervista a cura di Daniela Bella per Teleblog

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