Tanto rumore per nulla o forse no? Tutti, o quasi, contro la miniserie che ha preso il via ieri sera su Sky con un vero e proprio successo negli ascolti per una produzione della rete. Spesso e volentieri le fiction legate a fatti realmente accaduti, soprattutto di cronaca, fanno discutere chi la tragedia l’ha vissuta in prima persona ma raccoglie successo di pubblico e anche Faccia D’Angelo non è da meno.
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Il racconto della Mala del Brenta, una organizzazione criminale che ha trovato radici in quel boom economico che il Veneto ha vissuto alla fine degli anni ’70 e che la miniserie ha tentato di raccontare con tanto di dialetto veneto ad uso e consumo di Felice Maniero (Elio Germano) e la sua banda che ancora di più hanno fatto ritrovare lo spettatore calato in quelle stesse situazioni e in una scalata al male che ha travolto molte famiglie.
Il givane “Toso” si ritroverà presto a dover fare i conti con la leadership di una organizzazione criminale nata ai tavoli di un bar e che dopo una serie di furti si ritrova ad essere qualcosa di più, una vera e propria mafia che aveva le mani impastate ovunque. Una puntata che va via tra i vari fatti di cronaca che hanno riempito le pagine dei giornali di quei periodi tra furti, sequestri ed omicidi che la polizia ha cercato di mettere insieme per capire l’origine del “male”.
Dall’altra parte il Toso che, come i grandi criminali, vive una vita nel lusso tra agi, macchine e belle donne ma che sà che presto tutto potrebbe finire e che questo potrebbe succedere anche nel peggiore dei modi.
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Un criminale eroe o mitizzato? Non pensiamo proprio. Basta veramente così poco per creare falsi miti? Voi che ne dite?
Tutto sommato la prima puntata non mi ha entusiasmato troppo e spero che nel secondo e ultimo appuntamento si possa vedere qualcosa in più.
