Series Preview: “Terra ribelle”: dal 17 Ottobre la nuova fiction Rai di Cinzia Th Torrini sulla Maremma di fine ’800

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La Maremma di fine ‘800 è una terra difficile, ribelle, dove la giustizia di ieri viene sempre negata per affermare i nuovi diritti, con un atto di ribellione ma inseguendo la giustizia stessa affinchè possano essere raggiunti: poter vivere liberamente, lavorare e amare a prescindere dalla famiglia d’origine.

Parte da questa premessa la nuova fiction in sette puntate diretta da Cinzia Th TorriniTerra ribelle“, progetto Albatross in collaborazione con Rai Fiction sulla vita rude, avventurosa e affascinante della Maremma di quelli anni: quello che possiamo definire, insomma, il nostro Far West.

Si tratta di una cronaca storica che racconta come un gruppo di butteri sconfisse, in una singolare sfida, i mitici cowboy del Far West capeggiati da Buffalo Bill, un avvenimento che ancora aggi, a distanza di più di cento anni, viene ricordato e menzionato dai media.

Protagonisti della fiction sono Andrea (Rodrigo Guirao Diaz) ed Elena (Anna Favella): Andrea è un giovane buttero che, vittima di un’ingiustizia, si da’ alla fuga diventando un brigante nell’illusione di farsi giustizia da sè; Elena è una giovane contessina che, per andare incontro ad un amore, rinuncia alla propria vita agiata, sacrificando sè stessa e i suoi diritti, fino a scoprire quando può essere ingiusto l’amore e amara la libertà.

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Una storia di amicizia, di amore, di lealtà, ma anche di tradimenti, vendette, miseria, soprusi: una vicenda che, tra leggenda e realtà, ci racconta quelle che sono state le gesta dei cavalieri solitari, dei butteri, dei briganti, di quelle donne coraggiose pronte a sfidare il proprio destino pur di inseguire i propri ideali.

Ecco cosa dice la regista Cinzia Th Torrini in merito alla fiction:

“Come in “Elisa di Rivombrosa”, ci sono alcuni ingredienti fondamentali: l’ avventura e il melò. Ma l’ epoca è diversa e poi questo lo definirei un romantic-western. Io sono nata in Maremma ed è veramente una terra ribelle. Il nostro western rievoca un tempo in cui non c’ era giustizia sociale, la vendetta era l’ unico modo per sopravvivere in un mondo spietato, dove però esistevano forti ideali, e che si scontrava con quello privilegiato dell’ aristocrazia fiorentina.”

La fiction, che arriverà su RaiUno a partire da domenica 17 Ottobre e sarà composta da sei puntate (di due episodi l’una), è stata interamente girata in Argentina. Nel cast, oltre agli attori citati sopranzi, ci saranno, tra gli altri, anche Maurizio Mattioli, Sabrina Guarciarena, Fabrizio Bucci, Humberto Zurita, Fabia Mazzei, Mattia Sbragia, Joaquin Berthold, Alessandro Bertolucci e Sarah Maestri.

Approfitto per ricordarvi che noi di Mag-Series abbiamo avuto il piacere di intervistare la protagonista Anna Favella. Se volete leggere l’intervista, che vi consiglio vivamente, non dovete far altro che cliccare qui!

“Terra ribelle” – Promo ufficiale

httpv://www.youtube.com/watch?v=ILFCKylFGXw&feature=player_embedded

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1 Comment

  1. guido del gizzo

    Gentile sig.ra Turrini,

    ho appreso dal Corriere della Sera del 26 maggio, del suo sceneggiato , prodotto per Rai Fiction , su un episodio famoso della storia dei butteri , la sfida di abilità,vinta da Augusto Imperiali nel marzo del 1890, contro i “cow boys” di Buffalo Bill, all’epoca in tournée europea.

    Nell’ intervista, ci si spiega come, per ricreare gli ambienti della Maremma di fine secolo e per disporre della stagione estiva per le riprese dello sceneggiato, la cui messa in onda è prevista per il prossimo autunno, l’intero lavoro é stato completamente realizzato in Argentina, al modico costo di 11 milioni di euro.

    Che sarebbe come andare in Cile per girare un documentario sull’Amarone e poter riprendere la vendemmia in marzo , o fare una gita su un motopeschereccio giapponese per documentare la pesca del tonno in Sicilia, che tanto, i tonni, sempre tonni sono e il mare è salato dappertutto.

    Le considerazioni su come la realtà, storica o concreta, sia ormai una componente di scarso rilievo, nella produzione culturale di questo paese, in questo caso , però, non bastano.

    Si dà il caso che il contribuente, italiano e non solo maremmano, investa da diversi decenni, nella salvaguardia di almeno tre aree emblematiche della vicenda storica in oggetto: il Parco di Migliarino,S.Rossore e Massaciuccoli, il Parco della Maremma e la Tenuta Presidenziale di Castelporziano.
    Tutti luoghi conservati più che dignitosamente, ricchissimi di ambientazioni reali, per la cui consevazione, che lo scrivente approva senza riserve, i cittadini che vivono nelle aree circostanti sopportano obblighi e/o limitazioni più o meno importanti.

    Aldilà della banalità degli 11 milioni spesi altrove, é evidente il beneficio che, ad esempio, gli operatori turistici avrebbero potuto trarre da una simile opportunità di promozione del territorio – sei puntate in prima serata su RaiUno – se lo sceneggiato fosse stato realizzato nei luoghi reali della vicenda.

    Sostenere, infine, che le tre aree citate non offrano le opportunità scenografiche necessarie alla realizzazione del lavoro (“ non si poteva ridurre una storia epica in due camere e cucina”) è una corbelleria in malafede.

    Delle due, l’una: o ci siamo sbagliati a conservare e cercare di valorizzare i territori storici delle Maremme, o qualcuno, alla Rai, ha autorizzato una stupidaggine.

    E’ compito della magistratura ordinaria e di quella contabile, verificare se in questa faccenda vi sia stato un uso improprio di risorse pubbliche, ma immagino vi siano altre priorità.

    A noi cittadini ed ai nostri rappresentanti, invece, competono altre valutazioni.

    Nel 1997, lo scrivente fu incaricato da Grosseto Sviluppo SPA di realizzare un marchio di promozione territoriale, Arti e Mestieri di Maremma, e molti degli spunti, utili alla sua realizzazione, provennero proprio dalla famosa selleria dell’azienda regionale dell’Alberese, una della icone territoriali più forti di cui disponessimo: autentica, costruita attraverso il lavoro dei butteri in molti decenni, da sempre utilizzata sistematicamente nel materiale istituzionale della Provincia.
    Facemmo appena in tempo: pochi mesi dopo fu smantellata e ricostruita, nuova ed elegante ma insipida, senza che se ne sia conservata memoria fotografica, né che si sia pensato di rimontarla da un’altra parte, a semplici fini turistici, come si fa un po’ ovunque nel mondo.
    Ricordo che un vecchio dipendente dell’azienda mi raccontò di aver preso una settimana di ferie, per non assistere allo scempio.

    Ricordo anche di aver vissuto l’episodio con un senso di rabbia impotente di fronte all’ idiozia: ma, a giudicare da questa vicenda, forse ha avuto ragione il dirigente che prese quella decisione.

    Oppure no, ma allora dobbiamo dire , in tutte le sedi opportune, che la distruzione della nostra memoria, da un lato, e l’invezione di una memoria posticcia, dall’altro, sono fatti inaccettabili in un paese civile, oltretutto se perpetrati da quei soggetti pubblici-Enti locali e Rai – che , quella memoria storica, dovrebbero cercare di proteggere e tramandare.

    Grazie per l’attenzione

    Guido Del Gizzo
    strada vicinale dei Bagnacci 28
    58015 Orbetello
    Grosseto

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