Che tempo che fa, Brian May “Freddie Mercury ci manca moltissimo, era un essere umano straordinario”

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Brian May, storico chitarrista dei Queen é stato il super ospite internazionale della prima puntata della nuova edizione di Che tempo che fa con Fabio Fazio su Rai tre. Il musicista nella lunga intervista ha parlato della carriera della storica band, di Freddie Mercury e del suo amore per l’Italia. In alto la breve clip, per la puntata intera o l’intervista completa potete andare su Raiplay.

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Sulla sua passione per la fotografia 3D: “Ho troppe passioni, la mia passione principale è la musica ma anche la stereoscopia, l’astronomia e sono anche diventato dottore [in Fisica]. Poi mi piacciono un sacco gli animali e la protezione degli animali selvatici e dei loro diritti è un’altra grande passione della mia vita. Abbiamo bisogno di fotografie in tre dimensioni oggi, ho convinto un sacco di persone, compresi gli scienziati della NASA e dell’ESA: con le tre dimensioni si è passati dall’epoca vittoriana allo spazio. 

Sulla laurea in Fisica e l’insegnamento: “Ho insegnato matematica in una scuola media, mi è piaciuto molto ma i ragazzini erano molto sospettosi e continuavano a dire: ‘Professore, lei davvero fa la rockstar?’ e io ero diciamo “in preparazione”. 

Sulla chitarra Red Special costruita insieme al padre“Il legno arriva dall’architrave di un caminetto di cent’anni fa, poi abbiamo preso delle molle dalle valvole di una moto: è stata fatta con un sacco di rifiuti però me la sono tenuta per tutta la carriera e me la voglio tenere finché vivo.

Sul “peso del successo”“Il segreto è non prendere le cose troppo seriamente. Nella mia posizione ci sono una serie di cose positive ma anche negative, il segreto è mantenere la tua visione e concentrazione. Mi ha fatto piacere che mi abbiano detto che sono il migliore al mondo, so suonare, ma la cosa bella dell’essere un musicista e un chitarrista non è la competizione, è far sentire la propria voce. E mi fa felice che la mia voce sia ascoltata, che la gente dica che sono il migliore al mondo ma non ci credo, ci sono milioni di bravi artisti al mondo. Mi fa piacere esser parte di loro, diciamo così.” 

Sulla carriera da solista e la riedizione dell’album Back to the Light: “Per me vuol dire tantissimo, trent’anni fa facevo questi pezzi e nella rivisitazione mi sono ritrovato la stessa persona. Sono orgoglioso di averlo messo a disposizione delle nuove generazioni e dei giovani. Abbiamo passato un periodo davvero buio e c’è bisogno di sapere che c’è una luce alla quale si può ritornare. So cos’è la depressione, conosco i problemi di molte persone: è importante fare questi tentativi per ritrovare l’ottimismo.” 

Sull’affetto del pubblico e il successo del film Bohemian Rhapsody: “È diventato un film da un miliardo di dollari, una cosa come Via col Vento, non ce lo saremmo mai aspettato. Per me è stato meraviglioso e mi ha fatto piacere perché abbiamo fatto quello che volevamo e abbiamo presentato Freddie come essere umano e come artista, come meritava. È stato una fonte di grandissima gioia perché è arrivato alle nuove generazioni, grazie al film adesso ci vedono con occhi diversi. Confesso che eravamo nervosissimi perché dovevamo fare un film in cui praticamente filmavano noi. Certo, il film era su Freddie ma noi siamo la sua famiglia e siamo parte di quel film. Grazie davvero a Rami e a Gwilym Lee che ha interpretato me e ha fatto un lavoro incredibile, straordinario. Ho portato tutta la famiglia al cinema e anche loro erano strabiliati: i miei 3 nipotini più giovani per esempio non si rendono conto di chi eravamo in passato, mi ha fatto piacere portarli in modo tale che rimanga il ricordo quando non ci sarò più.

Su Freddie Mercury: A volte la gente pensa che sia troppo impetuoso, che abbia la mania di dominare, ma non era così era molto diplomatico dentro la band. Riusciva sempre a trovare una soluzione, era uno dei suoi tanti talenti. Freddie aveva tantissimi talenti, era davvero un essere umano straordinario, unico, incredibile. Il suo talento nella scrittura, nell’essere presente sul palcoscenico, nel riuscire ad arrivare al cuore della gente quando cantava. Un uomo straordinario e ci manca ancora oggi. È impossibile credere che non ci sia più, io ho come la sensazione che sia sempre qui con noi e non ci abbia mai lasciati.”

Non vedo l’ora di tornare in Italia, l’ho sempre amata tantissimo. [Per i 50 anni dei Queen] non volevamo fare troppa confusione, ci fa sembrare e sentire molto vecchi, ma sono felicissimo di esserci, di lavorare, di fare un tour l’anno prossimo. Inizieremo a maggio e poi verremo a Bologna, è passato tanto tempo ma dobbiamo continuare a fare quello che facevamo!”.

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