Shadow of the Tomb Raider: Recensione (PS4, XOne, PC)

Shadow of the Tomb Raider. Una terza, epica avventura per la nuova Lara Croft. Ecco la nostra recensione!

  • Nome completo – Shadow of the Tomb Raider
  • Piattaforme – PlayStation 4, Xbox One, PC
  • Developer – Eidos Montréal, Crystal Dynamics
  • Producer – Square Enix
  • Distribuzione – Digitale / Disco
  • Data di uscita – 14 Settembre 2018
  • Genere – Avventura, Azione
  • Versione testata – PS4

La fine del mondo è qui

Dopo essere sfuggita alle ire della regina Himiko (fonte principale d’ispirazione per il terribile film uscito nelle sale cinematografiche solo l’anno scorso) e scampata alla gelida e mortale Siberia, la nostra amata Lara Croft si trova di nuovo ad affrontare la misteriosa organizzazione Trinità in una corsa contro il tempo che ha dell’incredibile. Dopo una primissima fase introduttiva delle già ben rodate meccaniche di gioco, sarà questa volta proprio Lara a provocare un danno e a doverne rendere conto: sottraendo infatti un antico pugnale messicano dalla sua sede, l’eroina ha messo in modo addirittura l’apocalisse, che culminerà con la profetizzata fine del sole. Ecco che un tremendo tsunami colpisce il Messico, e inizia così una tremenda ed estenuante lotta per la sopravvivenza…

Dal punto di vista puramente narrativo, questo Shadow of the Tomb Raider è un vero e proprio gioiellino. Pur recuperando l’eredità passata del brand, il nuovo capitolo della saga coglie sapientemente a piene mani dall’immaginario action/adventure videoludico degli ultimi anni, ispirandosi come non mai, specie nelle scene più concitate, alla nota saga Naughty Dog di Uncharted e alle grandiose peripezie di Nathan Drake e dei suoi compagni d’avventura. D’altronde, è evidente come lo stesso Drake sembrasse nascere come una versione al maschile dell’allora (e forse tuttora) ben più iconica Lara Croft. La sceneggiatura si prende di fatto qualche pausa un po’ troppo lunghetta perché il ritmo sia frenetico quanto quello dei capitoli precedenti, ma alcune vette raggiunte nell’azione sono altissime. Garantito!

Una vita per l’avventura 

Opera decisamente ambiziosa a cominciare dall’enorme budget, la nuovissima peripezia legata alla famiglia Croft regala ai videogiocatori un comparto tecnico assolutamente notevole, specialmente dal punto di vista del sonoro. Il doppiaggio e la localizzazione italiana funzionano ancora una volta benissimo, mentre meno curate risultano alcune delle animazioni facciali, dettaglio non proprio trascurabile in un gioco del genere, che punta molto più che in passato anche sull’approfondimento psicologico dei comprimari tutti delle vicende.



Per quanto riguarda il gameplay, le novità di spessore da segnalare sono tutto sommato poche ma buone. Innanzitutto più centrale appare il ruolo dello stealth, soluzione più che consigliata per uscire da qualche complessa situazione alle difficoltà di gioco più alte; notevole anche il lavoro svolto sull’usuale sistema di abilità, sbloccabili non solo attraverso i punti esperienza accumulati nell’avventura ma anche legati alla risoluzione dei complessi enigmi celati dalle numerose tombe nascoste nell’entroterra del Sud America al centro dell’epopea di Lara (infinitamente più impegnativi di quelli che sarà necessario risolvere per portare a termine la campagna). Insieme a queste ultime, decine sono le missioni secondarie, le sfide, i punti di interesse che costellano i bellissimi e dettagliati hub del gioco. Aspettate di vedere le bellezze di Paititi: una vera e propria festa per gli occhi.

La rinascita di un’icona: e poi?

Dodicesimo capitolo ufficiale della saga (senza contare gli innumerevoli spin-off) e terzo del reboot iniziato nel 2013 nel corso della scorsa generazione di console, Shadow of the Tomb Raider porta a termine la storia delle origini dell’avventuriera più amata della storia dei videogiochi, segnando di fatto la fine di un’epoca di momentanea riscoperta del mito fondante del brand.

In attesa di nuove imprese dedicate ad una protagonista più matura e magari consapevole del rischio, come la presente avventura sembra far presagire, quel che per ora resta nella mente di chi ha scelto di seguire la (ri)evoluzione del personaggio e del mondo di Tomb Raider sotto l’egida Square Enix è l’impressione di una trilogia densa di momenti altissimi ed evoluzioni attese e puntualmente arrivate. Trilogia che trova il proprio zenit proprio nel Messico di quest’ultima avventura, punto di non ritorno verso il rilancio di un marchio videoludico che mai smetterà di affascinare diverse generazioni di players.

In attesa di un giudizio su espansioni di gioco già annunciate, che sembra (almeno per ora) andranno ad aumentare il numero di tombe disponibili senza aggiungere contenuto direttamente alla campagna principale, chiudiamo questa recensione con una semplice, immediata e calorosa certezza: Tomb Raider non è morto, e probabilmente non morirà mai. È solo cresciuto insieme al suo pubblico, ed è cosa buona e giusta.

Commento finale:

Capace di una certa profondità emotiva, l’ultima creazione di Eidos Montréal e Crystal Dynamics segna l’apice di una epopea che rifonda uno storico mito alla base del mondo del gaming tutto. Lara Croft e comprimari saranno ancora una volta coinvolti in un’avventura dai toni action (con qualche venatura stealth) coinvolgente e riuscita prima di tutto dal punto di vista narrativo, e in secondo luogo coerente con l’evoluzione del brand e del mercato videoludico odierno. Caratterizzato da un buon comparto tecnico in generale e da una difficoltà solo a tratti davvero sfidante, Shadow of the Tomb Raider entra di diritto tra i migliori titoli usciti sugli scaffali nel 2018. Se amate azione e avventura, non esitate: deve essere vostro.



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