Donatella Finocchiaro, il ritorno di una grande attrice: la nostra intervista

donatella-finocchiaro-intervista
Donatella Finocchiaro

L’attrice dopo la maternità è tornata alla grande e prossimamente in una nuova fiction Rai.

donatella-finocchiaro-intervista
Donatella Finocchiaro

Donatella Finocchiaro è un’attrice fantastica, s’immerge profondamente nei vari personaggi affidatole, scalando il successo anno dopo anno, fragilità, intelligenza e con performance emozionanti.

Nonostante sia stata ferma per un po’, per un bellissimo lieto evento, ha avuto una figlia nel 2014, Donatella ha lavorato in film come L’accabadora (2015) regia di Enrico Pau, Assolo (2016) regia di Laura Morante, Tutto quello che vuoi (2017) regia di Francesco Bruni. E in alcuni film di prossima uscita, Beate, opera prima di Samad Zarmandili, Youtopia diretto da Berardo Carboni, Capri-Batterie regia di Mario Martone con Marianna Fontana, una delle gemelle di ‘Indivisibili’.

Ho girato una posa, però bellissima – racconta durante l’intervista Donatella Finocchiaro – con Claudio Bisio, nel film di Francesca Archibugi, Gli Sdraiati, che non so quando uscirà.

Dopo averla vista nella serie tv Squadra Mobile – Operazione Mafia Capitale, il 6 dicembre arriverà nelle sale il film, Nato a Casal di Principe, per la regia di Bruno Oliviero, tratto dall’omonimo libro di Amedeo Letizia, che racconta per la prima volta il rapimento  di suo fratello Paolo nel 1989 e mai più ritrovato.

A febbraio 2018 la vedremo su Raiuno nella fiction di Mario Risi, L’Aquila – Grandi Speranze e anche a teatro, insieme a Fabio Troiano con la commedia, Lampedusa.




donatella-finocchiaro-intervista
Donatella Finocchiaro

Abbiamo intervistato Donatella Finocchiaro durante la IX edizione del Gala del Cinema e della Fiction, manifestazione ideata e prodotta da Valeria Della Rocca, con la direzione artistica di Marco Spagnoli, dove ha ricevuto un PremioSpeciale, Donne per l’Audiovisivo.

Parlaci del tuo ruolo nella fiction, L’Aquila – Grandi Speranze…

È  stato un impegno molto lungo, perché abbiamo girato circa sei mesi tra L’Aquila e Roma. Il mio è un personaggio bellissimo, Silvia, siamo tre coppie protagoniste di questa storia, io con Giorgio Marchesi, Luca Barbareschi e Valentina Lodovini,  Giorgio Tirabassi e Francesca Inaudi, e, raccontiamo la nostra vita dopo il terremoto del 2009.

Avete girato tra le macerie a L’Aquila. Come hai vissuto l’impatto vedendo questi luoghi distrutti?

È stato terribile girare dentro L’Aquila e vedere questa città che, dopo nove anni, è ancora tra le macerie, vedere tutti i palazzi distrutti,  tante impalcature, per carità, anche tanta ricostruzione. Quello che raccontiamo è come, questi poveri Aquilani, hanno dovuto ricostruirsi una vita attorno a L’Aquila, in queste terribili e benedette case costruite in  questa New Town,  le chiamano così. Meno male che ci siano, però, loro vogliono tornare nelle loro case. Dopo nove anni hanno ben diritto, però faticano tanto e, con questa fiction, mettiamo luce su questo dramma e questa ferita ancora aperta.

Nel film Nato a Casal di Principe, qual è il tuo ruolo?




Sono la madre di un ragazzo scomparso, di una famiglia pulita, per bene non è una famiglia di camorra, però si trova coinvolta. Figlio che improvvisamente scompare e non si capisce il perché e come. È un film che racconta l’ansia della ricerca di questo ragazzo che non si trova, che non si capisce il motivo, non si capisce il perché, e, il mio personaggio è quello di una madre che vive questo dolore.

C’è amore-odio sui film o fiction che parlano di camorra e mafia. Tu cosa ne pensi? Bisogna continuare su questo genere?

Nato a Casal di Principe non è una storia dove si racconta la camorra. È una vittima di chi vive accanto, a gomito a gomito, con questa realtà, perché la camorra c’è, come c’è la mafia e c’è chi, onestamente, cerca di vivere la propria vita, ma si trova schiacciato e coinvolto, e ciò è una cosa terribile, una storia veramente angosciosa, perché dice: Noi non ci siamo mai intromessi in questa cosa, perché nostro figlio si è trovato coinvolto in questa cosa? Casal di Principe, in quel periodo, parliamo degli anni ’80, era con un’alta densità camorristica e, quindi, è normale che, in giro, ci stessero questi, si vedevano, si sapevano, però è una famiglia che è rimasta schiacciata da tutto ciò. Questo romanzo che scrisse Amedeo Letizia e la storia proprio del produttore del film, una storia vera.

donatella-finocchiaro-intervista
Donatella Finocchiaro

Quando ritornerai a teatro?

A febbraio prossimo sarò al teatro Eliseo con Lampedusa, un testo di Anders Lustgarden, con Fabio Troiano, per la regia Gianpiero Borgia. Testo messo in scena a Londra e noi l’abbiamo riadattato per una realtà italiana, due personaggi uno maschile, Fabio Troiano, e, uno femminile, il mio, che è una donna che parla sulla difficoltà dell’integrazione. È una cattiva, cinica, una che si è costruita un suo muro per sopravvivere, e, vivere in Italia. È molto incazzato questo personaggio e spero sia portato in più parti in Italia.

C’è un ruolo che non hai ancora fatto e non ancora arrivato e che ti piacerebbe fare?

Non saprei, di sogni nel cassetto ne ho tanti. Mi piacerebbe lavorare con Garrone, ad esempio, perché lo adoro, un regista stupendo, visionario, ancora incantato. Mi piacerebbe tornare a lavorare con Bellocchio. Adesso tornerò a lavorare, tra un mese comincio le riprese di Trust, una serie inglese, diretta da Danny Boyle, e un episodio lo gira Emanuele Crialese, finalmente tornerò a lavorare con lui.

Nicola Garofano per Teleblog.it

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.