Alessandro De Marco, la nostra intervista a un attore bello, giovane ma con le idee molto chiare

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Alessandro De Marco

Un attore che sta muovendo i primi passi non solo in Italia ma anche all’estero.

Alessandro De Marco è giovane, attraente ma non chiamiamolo solo belloccio, un giovane attore che si è mosso con costanza e sacrificio imparando, costruendosi lentamente e facendosi piano piano conoscere come attore a tutto tondo e non solo italiano ma per il mercato internazionale. Di lui sentiremo parlare sempre di più. Gli abbiamo rivolto alcune domande per conoscerlo meglio ed ecco cosa ci ha raccontato.

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Alessandro De Marco – Foto di Aurelia Marine

1 – Alessandro De Marco, attore giovane e talentuoso: ci parli un pò di te, delle tue esperienze che ti hanno portato a fare l’attore, come ci sei arrivato?

– Tutto iniziò con una semplice foto, scattata da una fotografa di famiglia che vinse il terzo premio di un concorso nazionale. Quella esperienza mi apri gli occhi al mondo artistico. Iniziai a girare per varie agenzie di moda e di spettacolo di Milano, tra un book fotografico e l’altro.

Dopo poco tempo però capii che stavo girando a vuoto, consumando oltre al mio tempo e alle mie energie anche le  risorse economiche della mia famiglia. Mi resi conto che quello che stavo facendo non mi avrebbe portato da nessuna parte. Furono proprio quelle esperienze negative a rafforzare la mia voglia di andare all’estero ed imparare la lingua inglese ad un punto tale da permettermi di diventare un attore di livello internazionale.



Il mio viaggio nella terra Londinese nacque dopo aver vinto una borsa di studio chiamata “Progetto Leonardo”. Questo mi permise di affrontare una esperienza di quattro mesi in Inghilterra alla conclusione della quale però il mio inglese non era ancora sufficiente ad affrontare un corso di recitazione, quindi mi attivai per trovare un lavoro lì, cosa che avvenne da li a breve.

I successivi tre anni li passai a migliorare l’inglese, a stabilizzarmi in una terra che non era la mia. Il paese dove vivevo, Loughborough, non offriva però corsi di recitazione serali (ero costretto a lavorare per mantenermi quindi un corso diurno a tempo pieno era praticamente improponibile). Decisi cosí di spostarmi a Londra, dove trovai un lavoro che mi permise di affrontare il mio primo corso di recitazione (serale) presso la scuola “City Lit”.

Grazie a quel corso iniziai a fare i miei primi contatti con altri attori che mi diedero le prime indicazioni su come muovermi nell’ambiente artistico inglese.

Trovai il mio primo agente, feci i miei primi headshots professionali e, grazie a quelli, trovai il mio primo lavoro professionale, niente di meno che con Martha Fiennes.

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Alessandro De Marco – Foto di Aurelia Marine

2 – Hai sempre voluto fare l’attore oppure è un’inclinazione venuta poco per volta?

Ho sempre avuto la passione per il cinema sin da quando ero piccolo. Questa passione mi portò ad aprire una videoteca con mio fratello Massimo nel mio paese di origine. La passione per la recitazione venne come conseguenza a questo. Iniziai ad essere dipendente nel guardare contenuti speciali, interviste agli attori, scene tagliate e finali alternativi.

3 – Ti sei trasferito a Londra, hai imparato la lingua: spesso sentiamo parlare di come si lavora in America. A Londra com’è stare su un set?

La mia esperienza attoriale sul set cinematografico inglese non può che essere eccellente. Persone squisite, molto disponibili, tutto organizzato in modo impeccabile. Una delle cose che mi piace molto dell’ambiente inglese è la loro organizzazione e precisione, anche se a volte devo ammettere che in momenti di difficoltà non hanno la flessibilitá per trovare una soluzione alternativa efficace ed immediata, caratteristica che ho notato essere tipica di noi italiani.

4 – Com’è vivere a Londra?

Ambientarsi a Londra è una cosa molto difficile, perché è una città che non risparmia nessuno, specialmente se non hai familiarità con la lingua. All’inizio ti senti euforico perché vivi in una città bellissima. Ben presto però inizi a confrontarti con la quotidianità e non è tutto rose e fiori. Londra è molto cara, frenetica, il cielo è quasi sempre coperto da nuvole. Inizi a realizzare che per vederti con un amico devi organizzarti giorni prima.

Dall’altro lato, c’e’ anche da dire che Londra offre tantissimo per coloro che hanno voglia di rimboccarsi le maniche ed hanno spirito di sacrificio e iniziativa. Ci sono tantissime cose da vedere, musei di tutti i tipi ed una vita notturna…è una città che non dorme mai.

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Alessandro De Marco – Foto di Victoria Coolco

5 – Ci racconti un pò l’esperienza di Nativity project dove hai lavorato con l’attrice Martha Fiennes (sorella di Ralph Fiennes)?

Il progetto Nativity fu il mio primo lavoro professionale, trovato subito dopo aver finito un anno di scuola di recitazione. Avevo trovato da poco il mio primo agente a Londra e dopo qualche settimana mi arrivò la sua email che mi invitava ad andare a fare una audizione presso “l’American Church”. Ricordo che l’audizione si riduceva nel far finta di tenere in braccio un bambino ed osservarne le reazioni (il Casting Director mi dava istruzioni su cio che il bambino immaginario stava facendo). Dopo qualche settimana, il mio agente mi disse che avevo passato la prima selezione e mi volevano vedere di nuovo, questa volta di fronte al regista e produttore.

Ricordo il mio agente ripetere frasi del tipo “Mi raccomando, questo è un ottimo lavoro, fai un pò di ricerche del personaggio prima di andare” e la cosa mi incuriosiì. Solo in quel momento, dopo aver fatto una ricerca più approfondita sulla regista, venni a scoprire che si trattava di Martha Fiennes sorella del celebre Ralph Fiennes (Il paziente inglese, Lord Voldemort in Harry Potter, Maid in Manhattan). Il call back andò molto bene, tanto che mi confermarono il ruolo dell’arcangelo Gabriele.

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Alessandro De Marco nei panni dell’Arcangelo Gabriele in Nativity Project.

6 – Alessandro De Marco cosa fa nel tempo libero?

Mi piace molto andare a cavallo, guardare film, viaggiare.

7  – Se non avessi fatto l’attore cosa avresti fatto?

Data la mia passione per la tecnologia e gli spazi aperti, credo che avrei fatto o il programmatore oppure un lavoro che mi avesse permesso di viaggiare.

8 – Un libro e un film che ti sono rimasti impressi?

Se devo dire la verità, non sono un accanito lettore di libri di narrazione. Ho letto molti libri tecnici, dalla recitazione alla programmazione, anche se preferisco di gran lunga gli audiobooks, più che altro per un fattore pratico.

Riguardo un film che mi è rimasto impresso; per citarne alcuni: “Vento di passioni”, “Cinema Paradiso”, “Il Gladiatore” e “Interstellar”.



9 – A cosa stai lavorando adesso? Ci puoi anticipare i tuoi prossimi progetti?

Sto lavorando a diverse produzioni in questo momento. Il primo è un cortometraggio di venti minuti. Racconta la storia di una ragazza, che è la reincarnazione della Natura. Sul suo corpo si ripercuotono e compaiono i segni degli errori dell’uomo”.

In secondo progetto si chiama Blue Whale, fenomeno che purtroppo si stà diffondendo sempre di piu nella società oggi, specialmente nel mondo giovanile. L’ultimo progetto si chiama “30 Days”, storia che tratta del percorso fatto da un marito nella riscoperta  dei propri sentimenti verso sua moglie; tutto in una durata di 30 giorni.

Intervista a cura di Giuseppe Ino per Teleblog.

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