Torto o ragione? Il caso del nonno transgender indigna il Gay Center

Torto o ragione?
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Torto o ragione?

Che Torto o ragione sia un programma finto e di una tristezza infinita lo sapevamo già da tempo: finto perchè finte sono le storie, finti i protagonisti tutti o quasi attori di teatro, alcuni anche molto conosciuti e finta (ma questo non vuol dire nulla) la storia del nonno di 70 anni che improvvisamente si scopre desideroso di seguire la sua natura femminile e inizia cosi a travestirsi e truccarsi da donna: avete presente l’intelligentissima serie tv Transparent? Appunto intelligentissima perchè la serie affronta un tema cosi intimo e delicato in maniera rispettosa, garbata ma anche con la giusta dose di ironia. Un programma come quello di Rai Uno che di intelligente non ha nulla non poteva e non doveva permettersi di affrontare un tema tanto delicato e con una dose di omofobia allucinante.

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Per fortuna qualcun altro si è accorto dello scempio ed ha pensato bene di protestare: si tratta del Gay Center che ha chiesto un intervento urgente da parte della Vigilanza della Rai. Il caso ha visto tutti (avvocati o presunti tali, ospiti del finto tribunale scagliarsi contro il protagonista della storia, reclamando la sicurezza dei nipotini dal nonno manco fosse un pedofilo o serial killer). Una faccenda delicata affrontata con una superficialità allucinante. Ecco l’esposto del Gay center:

Ancora un caso di discriminazioni contro le persone trans, questa volta su Rai Due (in realtà è Rai Uno). Durante la trasmissione “Torto o Ragione?” condotta da Monica Loffredi è andata in scena la storia di un nonno transgender e dei suoi nipoti. Una vicenda che avrebbe richiesto grande attenzione e delicatezza anche rispetto al linguaggio usato. Si è parlato invece di questo tema in modo affrettato e pieno di pregiudizi. La tv pubblica che dovrebbe proporre un’informazione equilibrata e invece manda in onda uno show offensivo e vecchio per tono, linguaggi e contenuto. Un’occasione persa. Facciamo appello al direttore generale Campo Dall’Orto e alla Commissione parlamentare di Vigilanza Rai per definire un codice deontologico per trasmissioni e notiziari in grado di rendere informazione e intrattenimento al passo con i tempi e non offensive della dignità di nessun cittadino.

 

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