Striscia la notizia, anche Codacons anche European Consumers parte civile sul caso Fabio e Mingo

striscia la notizia, fabio e mingo
Fabio e Mingo
striscia la notizia, fabio e mingo
Fabio e Mingo

Una volta scoperchiato il “vaso di Pandora” non si torna più indietro o almeno ci si prova e cosi che Striscia la notizia che per anni ha imperversato indisturbato segnalando e denunciando frodi, servizi falsi altrui, incongruenze in alcuni programmi televisivi si ritrova a sua volta nella medesima situazione ovvero con Fabio e Mingo i due ex inviati del tg satirico di Antonio Ricci, quest’ultimo per anni ha perseguito con mezzi legali chiunque si opponesse al suo ormai strapotere in televisione e difatti ad oggi alcuni giornali e blog si guardano bene dal parlarne troppo male perchè temono ritorsioni. Negli ultimi tempi l’Osservatorio antiplagio ha nuovamente ingaggiato la sua battaglia contro questo programma ed ecco la loro ultima segnalazione, da tenere bene in mente.

[adsense]

Dopo il Codacons anche European Consumers, consorzio di associazioni di consumatori, si costituirà parte civile nel procedimento sui presunti falsi servizi degli inviati di Striscia la notizia, Fabio De Nunzio e Domenico De Pasquale, in arte Fabio e Mingo, e di loro eventuali corresponsabili. Lo ha appreso da fonti legali di European Consumers il comitato di volontariato Osservatorio Antiplagio. Se dalle indagini della Procura della Repubblica di Bari dovessero emergere illeciti commessi anche da parte di altri soggetti, ovvero da chi ha partecipato alla realizzazione dei servizi in questione o da chi non ha esercitato il necessario controllo sugli stessi, mandandoli in onda, si determinerebbe un danno senza precedenti per la buona fede del telespettatore. European Consumers si costituirà parte civile perché i diritti dei teleutenti devono essere garantiti da tutti gli operatori della tv, a qualsiasi livello essi operino.
Osservatorio Antiplagio ricorda che il suo fondatore Giovanni Panunzio, per aver segnalato fin dal 2001 alcuni passi falsi di Striscia, è stato citato in giudizio 13 volte da Antonio Ricci e RTI; e insieme a lui è stato citato anche il legale che lo rappresentava, l’avvocato Vittorio Amedeo Marinelli, Presidente di European Consumers. Ora che i passi falsi stanno cominciando a lasciare le impronte, Striscia se ne tira fuori con “nonchalance”? Troppo comodo. Quante accuse sarebbero state scagliate da Striscia agli autori e conduttori di un altro programma se avesse trasmesso servizi taroccati? E perché adesso accuse dello stesso tenore non dovrebbero valere per Ricci e soci? E’ paradossale e contraddittorio smascherare gli autogol altrui con prontezza, mentre per i propri si attende, e poi si cavalca l’intervento della magistratura, scaricando le responsabilità sull’ultima ruota del carro. Se fosse stato un cittadino qualsiasi a segnalare i falsi servizi di Fabio e Mingo, Antonio Ricci avrebbe fatto “mea culpa” e licenziato i due inviati? La risposta è no. Il 21 dicembre 2001 infatti, quando Osservatorio Antiplagio (allora Telefono Antiplagio) denunciò una telepromozione ingannevole del Gabibbo e delle Veline di prodotti “miracolosi”, in seguito sanzionata dall’Antitrust, Striscia replicò testualmente: “Non ci tiriamo certo indietro nel prendere provvedimenti ed indagare noi stessi come abbiamo sempre fatto”. Sono passati 14 anni, i telespettatori stanno ancora aspettando quei provvedimenti, quelle indagini. Nel frattempo Telefono Antiplagio ha chiuso, sommerso dalle querele di Ricci e Mediaset, alla faccia della libertà di critica rivendicata da sempre da Striscia.
George Orwell scriveva: “Libertà è il diritto di dire agli altri quello che non vogliono sentirsi dire”. E Massimo Troisi diceva: “Io sono responsabile di ciò che dico, non di ciò che tu capisci”.

Ancora una volta si invitano i telespettatori che numerosi seguono questo programma a guardarlo con maggior senso critico e non subire sempre tutto passivamente.

1 Comment

  1. Rossella

    Trovo altrettanto discutibile la scelta di veicolare linguaggi che reputo inappropriati per il piccolo schermo. Stamattina mi sono fermata ad ascoltare l’intervista di una nobildonna romana che è stata protagonista di una vicenda al dir poco spiacevole. La sua esposizione dei fatti mi è sembrata impeccabile. La storia del fulmine aveva un no so che di tarocco – nella vita tutto può essere- con ogni probabilità si trattava di una figura retorica… pensiamo a cosa sarebbe accaduto se gli ascoltatori fossero stati messi a conoscenza del fatto nudo e crudo? A cosa sarebbe servito? A diffondere a macchia d’olio la paura tra gli ascoltatori. Una paura infondata che avrebbe generato un clima di guerra. Facendo un calcolo di probabilità, e considerando la situazione delle famiglie italiane non possono arrivare a fine mese, che senso avrebbe avuto confrontare i rischi di una famiglia che vive sull’Appia Antica a quelli di una che vive in zona Centocelle? Si confrontano con disagi diversi… da madre, una volta che mia figlia è tornata a casa, vorrei dormire sonni tranquilli. Restano una serie di concetti validi per tutti, delle altre storie cosa resta?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.