L'Angelo di Sarajevo, il regista Enzo Monteleone: "Una storia di umanità e di impegno, di come salvare una bambina senza chiedersi perchè"

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Beppe Fiorello ed Enzo Monteleone

Il commento del regista Enzo Monteleone sulla fiction “L’Angelo di Sarajevo“, in onda questa stasera e domani su RaiUno.

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Beppe Fiorello ed Enzo Monteleone

Questa sera, martedi 20, e mercoledi 21 Gennaio andrà in onda su RaiUno la nuova fiction “L’Angelo di Sarajevo“, miniserie televisiva in due puntate in cui l’attore Beppe Fiorello veste i panni di Marco De Luca, un giornalista inviato a Sarajevo nel 1992, durante la guerra serbo-bosniaca.

Sullo sfondo della crudeltà di un conflitto fratricida, si snocciola anche il cuore romantico di questa fiction: la storia di un incontro capace di cambiare la vita.

No, non si tratta dell’amore di un uomo verso una donna, bensì di un uomo verso una bambina di dieci mesi, Malina (Iva Nikolic).

Orfana di genitori e trovata in un orfanotrofio sotto bombardamento, Malina entra subito nel cuore di Marco, che per lei prova sin da subito un forte sentimento di paternità, come mai provato prima, tant’è che deciderà di prendersi cura di quella bambina e di portarla con sé in Italia.

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Si tratta di un racconto ispirato ad una storia vera, nonchè liberamente tratto dal romanzo di Franco Di MareNon chiedere perchè“.

In attesa di vedere la prima puntata su RaiUno, ecco qui di seguito il commento del regista di questa fiction, Enzo Monteleone:

“Quando Roberto Sessa e Giuseppe Fiorello mi hanno proposto di trarre un film per la tv dal libro di Franco di Mare ‘Non chiedere perché’ devo dire che non conoscevo questa straordinaria vicenda. Ma, appena letto il libro, sono stato subito conquistato dalla forza della storia, dalle situazioni, dai personaggi, e dalla possibilità di raccontare eventi che abbiamo vissuto in diretta solo 20 anni fa ma che ci sembrano già così lontani. O così vicini. ‘Ma come? Sono passati già 20 anni? Mi sembra ieri…’

E’ stata una guerra brutale, così vicino a casa nostra, e per molto tempo sotto valutata. Certo in Italia il 1992 è stato un anno tragico, l’anno delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, l’anno di Mani Pulite, e forse per questo da noi l’attenzione per la guerra in Bosnia in quel primo anno è stata meno puntuale.

Attraverso la storia personale del nostro protagonista, un’avventura umana coraggiosa, abbiamo potuto riallacciare i fili della memoria di quello che è successo. La vicenda dell’inviato della Rai che decide di adottare la piccola Malina nonostante la terribile situazione e gli impedimenti è una della tante piccole storie coraggiose di cui le guerre sono costituite.

Una storia di umanità e di impegno, la storia di una decisione irrazionale presa ‘senza chiedersi perché’, dettata solo dalla voglia di fare qualcosa, anche solo una piccola cosa. Come salvare una bambina.

Girare a Sarajevo, la città che ha subito il più lungo assedio della storia, è stata un’esperienza emozionante. Sarajevo oggi è una città nuova, ricostruita, moderna, ma porta indelebili le ferite della guerra. Lo vedi nei volti della gente al di sopra dei 30 anni, uomini e donne che hanno vissuto quegli anni, lo vedi nei giardini in pieno centro diventati cimiteri affollati di lapidi. Lo vedi nelle facciate dei palazzi che ancora oggi portano i segni osceni dei bombardamenti. Molte delle persone che sono state coinvolte nelle riprese avevano ben chiaro il ricordo di quegli anni. Quando abbiamo girato la scena del funerale di Kemal i loro sguardi sperduti, il loro dolore, le loro lacrime, erano veri.

Questo film è stata anche l’occasione di girare con un gruppo di attori straordinari: Giuseppe Fiorello che ha voluto fortemente realizzare questa storia e si è gettato con entusiasmo e generosità nell’ avventura; Thekla Reuten che ha capito immediatamente il progetto ed ha accettato la sfida senza un attimo di esitazione; Luca Angeletti, sempre propositivo, che ho ritrovato dopo ‘Il capo dei capi’; e tutto il cast serbo-bosniaco guidato da Radoje Cupic, un eccellente Kemal.

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Ma un pensiero particolare va alla piccola Iva Nikolic vera co-protagonista del film: girare con bambini piccoli è sempre problematico. Iva ha portato sul set una grazia e un’ allegria che ci ha permesso di superare tutte le difficoltà. E i suoi grandi occhi scuri, i suoi capelli arruffati e le sue risate ci accompagneranno a lungo.

Tutti sanno che un film è un lavoro di squadra, ma qui devo sottolineare il grande apporto dato da tutti i reparti: dalla fotografia di Stefano Falivene, fresco vincitore del Globo d’Oro per il bellissimo Still Life, al montaggio di Cecilia Zanuso (David di Donatello, Nastro d’Argento e Ciak d’Oro per Il capitale umano), alle scenografie di Maurizia Narducci, ai costumi di Marina Roberti (mia complice ne Il capo dei capi), alle musiche dei miei consueti collaboratori Pivio&De Scalzi (David di Donatello per Song ‘e Napule).

Insomma una bella squadra di grandi professionisti del cinema che hanno dato un’impronta personale a questo lavoro…”

La fiction, una co-produzione Rai Fiction Picomedia, prodotta da Roberto Sessa per Picomedia in collaborazione con Iblafilm, annovera nel cast Beppe Fiorello, Luca Angeletti (qui la nostra intervista), Iva Nilokic,  Emanuela Grimalda, Thekla Reuten, Radoje Cupic, Adnan Haskovic, Bruno Armando e Draginja Voganiac.

Vi ricordo, intanto, che per tutte le novità, le anticipazioni e le puntate della fiction “L’Angelo di Sarajevo” potete sfogliare l’apposita categoria che trovate sul sito, oppure cliccando anche qui.

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