Pino Daniele e la polemica sul ricordo di Mario Merola

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Pino Daniele

Ancora polemiche sui funerali di Pino Daniele a Napoli.

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Pino Daniele

Anticipare le reazioni delle persone non è sempre una cosa giusta da fare, a volte ha tutto il sapore del pregiudizio e poichè parlando di napoletani di pregiudizi da anni ne esistono parecchi alcuni duri a morire, altri ahimè giusti e motivati ma il giornalista di Repubblica Michele Serra ha commesso forse un piccolo passo falso scrivendo dei funerali di Pino Daniele che si terranno a Napoli tirando in ballo il ricordo dei funerali chiassosi e sguaiati (per citarlo) di Mario Merola augurandosi che anche quelli di Daniele possano non essere nello stesso modo inneggiando al silenzio piuttosto che al rumore. Ovviamente l’articolo non è piaciuto a molti napoletani che giustamente hanno voluto dissociarsi e discostarsi da una figura come Mario Merola che rimane a tutt’oggi uno dei simboli di Napoli, ma in quel caso è simbolo di qualcosa di negativo che contraddistingue Napoli e i napoletani.

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Cito di seguito il passo incriminato dell’articolo di Serra:

Serbiamo ancora memoria — purtroppo — dei funerali del povero Mario Merola, una bolgia atroce, sguaiata, che pareva confezionata dagli odiatori di Napoli con un perfido montaggio dei luoghi comuni che la imprigionano. L’augurio di chi ama Napoli è che la difficile gestione dei funerali di Pino Daniele, quali siano le ragioni che l’hanno motivata, serva a ragionare un poco su certe sregolatezze emotive, i decibel di troppo, le lacrime in eccesso. Pino era napoletano fino al midollo e il suo sostanziale e ricercato esilio, in vita come in morte, è l’ultimo regalo fatto a Napoli. Non un’offesa, un dono. Un invito al silenzio, quel silenzio che ai funerali — non solo a Napoli — non esiste più.

Anche io come altri non credo che i funerali di Pino Daniele possano anche solo lontanamente essere una bolgia, la sua musica rappresentava Napoli in maniera diversa, rappresentava la città con le sue mille contraddizioni e le mille sfumature, ma in qualche modo era il simbolo di una ribellione verso una cultura camorrista e oppressiva che da sempre colpisce la città.

Capisco quello che intendeva Serra ed è anche condivisibile il suo augurio che la cerimonia funebre sia un evento per quanto triste anche gioioso ma tranquillo per quello che questo artista ha saputo essere e dare, come sta accadendo in questi giorni dove addirittura in metropolitana molti cittadini napoletani cantavano le canzoni di Pino ma si dovrebbe evitare di “fasciarsi la testa prima di rompersela” altrimenti si cade nel pregiudizio facile.

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