Intelligence – Servizi e segreti: l'ultima puntata del 2 gennaio 2013

Intelligence - Servizi e segreti: l'ultima puntata del 2 gennaio 2013

Intelligence – Servizi e segreti: riassunto ultima puntata del 2 gennaio 2013.

Marco (Raoul Bova), ora catturato da Antonio Mosca (Salvatore Lazzaro) e i suoi uomini, viene condotto in un covo dei servizi segreti, dove una sovrintendente lo interroga, non essendo propensa a credere a quel che l’uomo racconta.

Brain (Stefano Fresi) capisce di aver sbagliato a consegnare Marco ad Antonio e ai suoi soldati, dopo la morte di Michela per mano di un criminale.

Tancredi intanto, riesce a mettere KO i suoi carcerieri mentre viene trasferito col furgone, e si getta sull’auto in corsa di Giada e Carlisi, riuscendo quindi a scappare. Brain viene messo sotto controllo.

Quando il Comandante Fulgeri esce dagli edifici della sua squadra, Antonio lo segue.

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Antonio e gli agenti ai suoi ordini mettono Tancredi in fuga, e Antonio lo insegue, non riuscendo comunque a eliminarlo, anche perché non convinto pienamente della sua colpevolezza nell’omicidio di Michela, la sua compagna.

Marco, Carlisi e Giada (Ana Caterina Morariu) si introducono nel monastero ora in mano alla IAFA in Medio Oriente, dove un gruppo di scienziati sta tentando di costruire una bomba atomica.

Intanto Giovanni Sgrò (Francesco Foti) fa torturare Tancredi dai propri scagnozzi, in quanto si rifiuta di collaborare con loro. Sgrò è un suo ex commilitone che tutti credevano morto nella missione in Medio Oriente, ma la verità è che il criminale si finse ucciso per non dire che si era venduto alla IAFA provocando il massacro del plotone; ora è diventato il braccio destro di Mariani, capo della cellula italiana dell’associazione a delinquere. Marco viene salvato proprio da Giada e Carlisi, i suoi aiutanti, e tutti scappano dall’ex monastero, che poco dopo esplode.

Dopo Marco contatta Fulgeri, che lo mette in vivavoce per dimostrare che non mentiva. Intanto, all’aeroporto, dopo diversi screzi, Marco e Antonio si rappacificano.

Poi Brain cerca di trovare i numeri telefonici che hanno contattato il telefonino del fratello di Giada, e scopre che in Vaticano vi è sia il cellulare, sia la bomba attivata da Sgrò.

Nel frattempo Marco cerca Sgrò, e con l’aiuto valido di Brain e di un’ingegnere civile conosciuta nel covo della IAFA, trova il cellulare, ma deve inseguire lo stesso Giovanni, che viene colpito e ucciso da Antonio. Ma purtroppo Giovanni, prima di morire, ha attivato l’ordigno e quindi mancano sette minuti a farlo esplodere.

Antonio e Tancredi, perciò, devono disinnescare la bomba e decidono di rischiare in primis per completare l’obiettivo. I due agenti segreti riescono perciò a salvare Roma e tante persone appena un secondo prima che la bomba potesse esplodere.

Nella giacca di Giovanni, il terrorista che lo braccava, Tancredi trova una carta di credito della moglie Lidia, e subito intuisce che Fulgeri, il Comandante dell’agenzia militare, è la “talpa”, ossia colui che passava le informazioni segrete dei suoi uomini alla IAFA, proprio la stessa associazione criminale che ha inviato il sicario che ha sparato a Lidia.

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Intanto, mentre Mariani, capo della IAFA in Italia, viene portato via dalle autorità, la sua assistente, ormai sua nemica, gli spara con una pistola silenziata, uccidendolo, e, approfittando della distrazione generale, ripone l’arma in borsa e scappa.

Fulgeri viene raggiunto da Marco, che lo accusa di essere solo un viscido assassino. Fulgeri, allora, si suicida, e successivamente tutta la faccenda viene secretata, ma la sovrintendente, la stessa che ha arrestato Marco, supplica quest’ultimo di pensare se rimanere nella squadra, in quanto Fulgeri era solo una pedina nelle mani dei terroristi, mentre in sede qualcuno ha violato il codice.

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