Dopo la conclusione con il botto della fiction Rai Una grande famiglia e tutto il clamore suscitato dal finale in sospeso viene spontaneo fermarsi un attimo e provare a fare qualche riflessione per quello che si può sullo stato attuale della serialità tutta italiana.
Una grande famiglia è solo l’ultima in ordine di tempo produzione italiana che quest’anno ha quasi fatto gridare al miracolo, il miracolo di un prodotto non imbarazzante da vedere e da seguire, ben scritto e recitato (nonostante qualche dialogo un pò banale), perchè qualche mese fa arrivò su Canale 5 Il tredicesimo apostolo con la Pandolfi e Gioè che ha avuto un ottimo successo di pubblico e di critica, una storia a metà strada tra mistery e paranormale che ha saputo incollare allo schermo i telespettatori come spesso sanno fare solo gli americani.
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E’ ancora in corso ma finora ha sempre vinto la serata del mercoledi con ottimi ascolti e share Le tre rose di Eva sempre su Canale 5, nonostante il più classico dei canovacci soap la serie si lascia seguire con una buona mistura di sentimenti e mistero con una trama gialla orizzontale che presenta in maniera convincenti una serie di misteri da risolvere.
Certamente parliamo di tre prodotti assolutamente diversi tra loro e quindi non vogliamo certo paragornarli perchè è impossibile ma di sicuro hanno avvicinato alla tv un pubblico che forse spesso e volentieri si allontana dalle fiction italiane perchè troppo buoniste, intrise di religiosità e spesso senza una struttura solida alla base. Guarda caso in tutte e tre queste serie l’elemento mistery è molto presente ed in qualche modo funziona benissimo da collante a tutto il resto.
Una grande famiglia, Le tre rose di Eva e Il tredicesimo apostolo ci fanno ben sperare per il futuro della serialità italiana che ha capito che ogni tanto osare fa solo bene.
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