Il delitto di via Poma: Roberto Faenza spiega il contenuto della fiction

Il delitto di via Poma: Roberto Faenza spiega il contenuto della fiction

Arrivera’ quasi sicuramente il 6 Dicembre, in prima serata su Canale 5, Via Poma la fiction diretta da Roberto Faenza con un’anteprima stampa prevista per il 2 Dicembre.Roberto Faenza rilascia all’Asca le prime dichiarazioni sul progetto prodotto dalla Taoduefilm: Girare in tempi record un film destinato alla tv e mandarlo in onda nei giorni della riapertura di un processo che fara’ diiscutere e’ gia’ di per se’ una impresa fuori dal comune ha detto.

Cercavamo un attore dal carattere fortemente umano per interpretare il ruolo di un ispettore obbligato a combattere non solo il crimine ma l’inerzia dei suoi stessi superiori e un’attrice capace di esprimere una personalita’ forte e tenera al tempo stesso – prosegue sulla scelta del cast – E meglio di Silvio Orlando e di Giulia Bevilacqua non potevo trovare. A questo devo aggiungere che Giulia e’ una attrice sottostimata, ma sicuramente destinata a essere riconosciuta per le sue doti, che non sono poche‘.

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Il nostro film non si limita a raccontare un fatto di cronaca – aggiunge – ma addirittura direi che la anticipa. Se si legge il provvedimento appena adottato in queste ore proprio dalla Corte di Assise di Appello nei confronti del processo in corso, sembra di vedere attuato il senso del film. Io stesso quando l’ho letto mi sono chiesto come abbiamo fatto a essere tanto preveggenti.

Roberto Faenza ha infine espresso il suo parere sull’exploit della commedia italiana: Come tutte le cose ripetitive anche le commedie finiranno per stancare e prima o poi il pubblico tornera’ a chiedere film non solo di svago.

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Gia’ il buon esito del film di Sorrentino, che non e’ certo un film di facile lettura, e’ la prova che gli spettatori sanno apprezzare anche le pellicole di impegno. Il problema non e’ andare oltre la commedia, che di per se’ non e’ certo un male, quanto piuttosto riuscire a produrre film di contenuto e di qualita’. Non e’ colpa del mercato se tira solo la commedia, e’ semmai colpa di autori e produttori che non sono capaci di offrire al pubblico dei film belli, forti e coraggiosi. Del resto e’ la mancanza di coraggio che marginalizza il cinema italiano. Finche’ la produzione sara’ stretta tra Scilli e Cariddi, ovvero tra il duopolio finanziario di Rai e Mediaset, non ci saranno margini sufficienti di indipendenza dal conformismo e dal potere. L’Italia lontana dai film di genere? Mi sembra che la commedia sia un filone di genere, no? Semmai mancano altri generi, come il noir, il cinema di denuncia, il cartone animato, il fantasy… E’ anche un problema di restrizione del mercato. Il cinema italiano non e’ esportabile, vuoi per i limiti di una lingua che si parla solo da noi, ma anche per la mancanza di ambizione dei nostri produttori, i quali non sanno guardare oltre confine.

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