Quanto investe il gioco d’azzardo sulla pubblicità? I dati della spesa degli operatori

Quanto investe il gioco d’azzardo sulla pubblicità? I dati della spesa degli operatori

La pubblicità è un elemento fondamentale nella promozione di un’attività, ma per finanziarla bisogna avere un capitale consistente da investire o introiti già rilevanti. Non sembra avere problemi di denaro il settore del gioco d’azzardo, che negli ultimi anni ha prima invaso la vita degli italiani, con la proliferazione di slot machine e mini-casinò, e poi i mezzi di comunicazione per diffondere ulteriormente il messaggio. Scommetti per vincere, per guadagnare, per avere successo. In genere non è così, ma si sa, la pubblicità non è fatta per dire la verità.

Nei primi nove mesi del 2017 la spesa dei principali operatori del mercato si è mantenuta stabile rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Una ricerca condotta da Agimeg su dati Nielsen ha svelato che sono stati 45,9 milioni di euro gli investimenti pubblicitari delle case da gioco, l’1,8% in più rispetto ai 45,1 dei primi tre quarti del 2016. Una conferma di quanto l’attenzione alla diffusione mediatica del prodotto sia attiva, e miri a raggiungere un pubblico quanto mai variegato. La regina assoluta, ed era facile immaginarlo, rimane la televisione, con una spesa di 39,4 milioni di euro e una proiezione del +3,8% su base annua. Chi invece ha vissuto un vero e proprio boom di interesse è stata la radio, balzata a quota 2 milioni dopo che si era assestata a 204.000€ nell’anno precedente. Come è prevedibile, l’unico calo si registra sulla carta stampata, un settore che possiede sempre meno appeal per chi vuole farsi conoscere dal pubblico.

La maggior parte degli investimenti degli operatori riguarda ancora le scommesse, con l’online che costituisce ancora una fetta minoritaria del sistema. Il mercato viaggia però verso un’inversione di tendenza. La pubblicità delle scommesse sportive è diminuita del 9% rispetto al 2016, scendendo da 23 milioni di euro a 20,9. Al contrario il gioco online ha raggiunto quota 12 milioni di euro, di cui il 96% su pubblicità televisive. È evidente la volontà di portare l’utenza del gioco d’azzardo a scoprire l’online, dove esistono oggettivi vantaggi reciproci. Il payout medio fornito dai casinò online italiani del circuito AAMS è infatti più alto, mentre la tassazione sugli esercenti è più limitata. L’azione dello Stato volta a diminuire la quantità di slot machine sul territorio e a premiare i locali “no slot” potrebbe esercitare un’ulteriore spinta a pubblicizzare l’online, che non a caso ha fatto registrare numeri da record in termini di raccolta.

Nel complesso dunque la situazione risulta in continua trasformazione, ed emerge un aspetto per lo meno curioso. Diversi enti locali e alcune associazioni hanno indicato nella pubblicità uno dei mezzi di maggiore diffusione dell’azzardo, auspicando (e in rari casi applicando) legislazioni che limitino le fasce orarie degli spot sul gambling. Di fatto però lo Stato, che nel 2017 ha intrapreso la sua prima vera battaglia contro la diffusione dell’azzardo, non ha ancora preso posizione sull’argomento. Probabile che l’intento sia salvaguardare gli interessi dei media, che dall’azzardo traggono fondi preziosi per proporre il loro sostentamento. Trovare una soluzione che permetta di mantenere gli equilibri potrebbe richiedere tempo, abbastanza da completare una diffusione capillare dell’idea che con le scommesse si vince costantemente. Un concetto che, è bene ricordarlo ancora, esiste solo nelle pubblicità.

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