Teleblog ha avuto il grande piacere di intervistare il bravissimo e carismatico Michele D’Anca entrato nel cast della soap Centovetrine nel ruolo di Sebastian Castelli, un affarista senza scrupoli intorno cui ruoteranno molte prossime vicende e personaggi della soap. Michele D’Anca è un volto noto della televisione italiana essendo apparso in precedenza anche in numerose fiction, l’ultima in ordine cronologico è Caccia al Re – La narcotici su Rai Uno, noi abbiamo cercato di conoscerlo meglio.
Teleblog – Tre parole per descrivere Michele D’Anca.
Tre parole sono davvero poche… tuttavia: sensibile, poliedrico e determinato.
Teleblog – Anni fa ha partecipato in un’altra soap per la Rai, Ricominciare. Secondo lei perché piacciono cosi tanto le soap?
Piacciono per due motivi fondamentali. Il primo riguarda le trame, in quanto i temi narrativi più importanti di una soap sono il sesso e il potere, ossia istinti primari della natura umana. Il secondo riguarda la fidelizzazione, ovvero l’affetto che il telespettatore prova per degli attori che vede recitare quotidianamente e per molti anni. Col giusto mix di questi due elementi primari – buone trame e buoni attori – una soap è capace di legare a sé milioni di telespettatori anche per decenni.
Teleblog – Ha dovuto fare un provino per entrare in Centovetrine?
Sì, come tutti gli attori del cast. Io ho fatto un provino su parte a fine luglio del 2009 su richiesta dei responsabili di Mediavivere, i quali mi conoscevano da tempo avendo lavorato per questa società in due produzioni televisive di successo: “Provaci ancora Prof” e il “Generale Dalla Chiesa”.
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Teleblog – Ci può anticipare qualcosa circa il suo personaggio, Sebastian Castelli? Sappiamo che è un personaggio cattivo…
Sebastian è uno dei più importanti e discussi uomini d’affari sulla scena internazionale. È un faccendiere senza scrupoli che ha costruito la sua fortuna con il sostegno di organizzazioni losche. Sarebbe riduttivo definirlo un cattivo. Sebastian ha una ricca e sfaccettata personalità. È un uomo intelligente e carismatico, dal carattere forte e abituato a dominare gli eventi. È un uomo di potere che vive di sentimenti profondi come l’amore, l’amicizia, il rispetto, e che pone la famiglia al centro della sua vita.
Teleblog – In Centovetrine assisteremo ad uno scontro tra titani, il suo personaggio è in contatto con Caterina Vertova, altra grande personalità… che sensazioni dà lavorare fianco a fianco con attori cosi bravi, anche se con la Vertova aveva già lavorato anni fa?
Lavorare con professionisti di talento è sempre una piacevole esperienza: un partner bravo ti aiuta ad essere più bravo. È stato bello ritrovare Caterina Verteva come partner a 23 anni di distanza dal nostro incontro sul palcoscenico, e ritrovarla, di nuovo, nel ruolo di amante. Quando, oltre al talento e all’esperienza, c’è quella sintonia dovuta alla reciproca conoscenza, i risultati sono davvero buoni.
Teleblog – Un’ottima scuola di preparazione alle spalle, tanta tv, cinema e teatro… perché ha scelto di nuovo una soap?
A prescindere dal genere, scelgo sempre in base al personaggio che mi è proposto, se mi piace lo accetto. Sebastian è un protagonista intenso, di grande interesse e ricco di sfumature. Inoltre, gioca il suo ruolo in un prodotto ben curato e di successo che vanta 4 milioni di telespettatori.
Teleblog – Come si prepara Michele D’Anca ad un nuovo ruolo?
Un attore può utilizzare vari espedienti tecnici ed emotivi per prepararsi ad un ruolo. È difficile per me descrivere il “come” in quanto varia col tempo secondo la maturità artistica raggiunta. Io non seguo metodi precostituiti. Il mio approccio è sempre diverso. La preparazione dipende da molti fattori e soprattutto dal testo e dal ruolo. Ciascun personaggio va affrontato in modo differente perché ogni ruolo è diverso da un altro così come le persone nella vita reale sono diverse fra loro, ognuna ha caratteristiche ed esigenze uniche che si ripercuotono sulle nostre emozioni in modi differenti. Non esiste un metodo in grado di funzionare bene per tutti i personaggi.
Teleblog – Se non avesse fatto l’attore, che lavoro le sarebbe piaciuto fare nella vita?
Non lo so. Non ho mai pensato a professioni alternative. Ho intuito subito, fin da giovane, ciò che potevo e dovevo fare, e ho perseguito il mio scopo con ferrea determinazione interiore senza pensare ad altro.
Teleblog – Qual è secondo lei la situazione teatrale oggi in Italia, a volte si ha la sensazione che sia troppo contaminato dalla tv… è vero secondo lei oppure è solo una sensazione?
Il teatro non naviga in buone acque perché il nostro paese non investe più nella cultura. La tv non c’entra niente con questo problema. Da sempre i palcoscenici hanno dato spazio ad attori che hanno ottenuto popolarità attraverso la tv. In passato, un attore protagonista di uno sceneggiato televisivo di successo che approdava al palcoscenico era un fatto naturale. La questione è ben diversa, come può accadere oggi, se una persona debutta a teatro, senza la necessaria preparazione e il dovuto merito, perché resa popolare da fiction di dubbia qualità, o reality, talk show o talent show televisivi. La contaminazione del teatro quindi, intesa come profanazione, non dipende dalla tv in sé, ma da chi la fa e da dove e come vi giunge.
Teleblog – Tanti ruoli diversi interpretati, c’è qualcosa che rifarebbe oggi nuovamente perché molto legato?
Rifarei solo ruoli scritti per il teatro, in particolare il personaggio di Astrov nello Zio Vanja di Cechov che ho recitato nel 2001. Astrov è un ruolo affascinante dall’anima sensibile e tormentata. Certi personaggi si ha voglia di affrontarli di nuovo perché la loro anima è fonte inesauribile di contenuti spirituali, è simile a una miniera dalla quale si può estrarre all’infinito preziosi significati.
Teleblog – Lei è anche doppiatore. È stata una scelta obbligata in quanto attore oppure ci è arrivato per altre vie?
È stata una scelta consapevole perché, dopo tanti anni di palcoscenico, volevo dedicarmi al cinema e alla tv. Questo è impossibile se si è impegnati in lunghe tournée teatrali: non si ha tempo e modo di partecipare ai provini, né di poter essere sul set quando richiesto. Lavorare a lungo nel doppiaggio mi ha permesso non solo di imparare una tecnica preziosissima per un attore, ma anche di avere quella stabilità logistica e lavorativa, e il tempo libero, necessari per dedicarmi ai casting e al lavoro sul set.
Teleblog – Lei si è formato nel mondo della danza, sia classica che moderna, quanto incide sull’essere attore una disciplina faticosa e ferrea come la danza?
La danza incide moltissimo: insegna ad avere coscienza del proprio corpo, evidenzia l’importanza del movimento fisico, allena a sopportare il duro impegno delle prove, a sviluppare il senso dello spazio scenico e la relazione fisica con gli altri interpreti. Elementi fondamentali per il lavoro dell’attore.
Teleblog – Prossimamente la vedremo in due fiction: Fratelli Detective di Rossella Izzo e Sezione Narcotici di Michele Soavi: ci può anticipare qualcosa sui personaggi?
In Fratelli Detective sarò un Vicequestore colluso con la mafia, e qui sarò guest di puntata, mentre nelle sei puntate di Narcotici sarò fra i protagonisti nel ruolo di Federico, un personaggio bellissimo che ho amato molto. Federico è un uomo spietato ma dal grande cuore, braccio destro del boss di una banda di pericolosi narcotrafficanti che agisce a Roma. Più che una mini serie tv, sarà come un lungo film d’azione che affronterà il tema della droga nel mondo giovanile. Vedrete Federico a ottobre su Raidue.
Teleblog – Secondo lei, com’è lo stato di salute della fiction italiana?
Prima della crisi economica la fiction italiana godeva di ottima salute. Rai e Mediaset erano obbligate per legge a produrre una certa quota fissa di fiction italiane, ma ora un recente provvedimento del governo ha ridotto notevolmente questa quota tagliando di molti milioni di euro gli investimenti fiction. Spero che questo non danneggi troppo lo stato di salute delle nostre produzioni, che però saranno ridotte ad un terzo. Nutro la speranza che così ridimensionate si punti almeno sulla qualità dei prodotti.
Teleblog – Cosa fa nel tempo libero Michele D’Anca, ipotizzando che ne abbia con tutti gli impegni di lavoro…
Dedico il tempo libero alla lettura e alla scrittura – sto scrivendo un romanzo – e navigo molto in internet dove, fra le altre cose, curo personalmente il mio sito web.
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Teleblog – Il pubblico di Centovetrine è molto affezionato ai personaggi già presenti sul set, come pensi sarà accolto il tuo personaggio e cosa ti aspetti dal lavoro sul set della soap?
Sul set della soap ci lavoro già da molti mesi e mi ci trovo benissimo. Il cast, la troupe, e i vari reparti creativi e produttivi sono composti da professionisti validi e affiatati. Penso che Sebastian sarà accolto bene perché i personaggi “cattivi” piacciono molto al pubblico. Questi ruoli mettono scompiglio nelle trame e le animano combinandone di tutti i colori. Inoltre, Sebastian è un uomo che ha il demone del potere nel sangue, e i fan di CentoVetrine amano molto le lotte di potere. Nei piani alti della holding Ferri, ne vedranno delle belle.