Lunedì 21 Aprile è andato in onda su RaiUno “Una villa per due“, quarto dei cinque film della collana televisiva “Purchè finisca bene“, che con i toni leggeri della commedia all’italiana, arricchita da toni melò e che guarda ai sentimenti, affronta i disagi e le difficoltà dell’Italia di oggi. Per leggere una breve trama e rivedere il film grazie al video streaming Rai potete cliccare qui.
Il quinto ed ultimo film, intitolato “La tempesta“, diretto da Fabrizio Costa, andrà in onda lunedì 28 Aprile, sempre in prima serata su RaiUno.
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Ne “La tempesta” sono i tentativi di essere “genitori moderni” ed elettivi e la necessità di assumersi le proprie responsabilità adulte a proporre spunti di riflessione.
“La Tempesta” vede protagonista la coppia formata da Nicole Grimaudo e Giovanni Scifoni (qui la nostra intervista).
Tutto comincia con la sparizione di Aldo Del Serio, un uomo appena partito per i tropici insieme alla moglie per una rilassante vacanza. Una vacanza che però si trasforma in una tragedia: Aldo, infatti, si imbatte in uno tsunami e dal quel momento di lui non vi è più alcuna traccia.
La sua azienda di ceramiche resta dunque senza una guida, mentre il bambino bielorusso che aveva appena adottato e che sarebbe dovuto andare a prendere all’aereoporto ha bisogno di un “padre temporaneo”.
Si va dunque alla ricerca di un sostituto e la scelta ricade sul fratello Paolo (Giovanni Scifoni), un “bambinone” col fascino per le donne che, per rimorchiarle, si spaccia per un fotografo di modelle.
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Una scelta azzardata dunque, ma non c’è tempo da perdere: l’azienda ha bisogno di una guida e il bambino appena adottato di un padre. Insomma, una grande responsabilità per Paolo. Riuscirà ad adempiere al compito che gli è stato affidato? Sarà questa l’occasione che da eterno bambinone lo renderà un uomo più adulto e responsabile?
Ad aiutarlo in questa “impresa” c’è Manuela (Nicole Grimaudo), operaia in azienda, che nutrirà un certo “odio” nei confronti di Paolo, ma una profonda simpatia nei confronti del bambino…
Nel cast anche Nino Frassica, Ennio Fantastichini, Leonardo Della Bianca, Anna Bellato e Stefano Fresi.
Qui di seguito, intanto, ecco il promo della fiction.
Purchè finisca bene – La tempesta: Promo
Le coordinate storiche e le radici sociali di questa collana televisiva si riconducono indubbiamente a questa stagione, sovente si ripropone quel conflitto capitale-lavoro che è alla base della cultura decadente. Ai margini di questa storia c’è quello che forse ancora adesso si potrebbe chiamare proletariato: ci sono gli scioperi, la disoccupazione, il precariato e compagnia bella! Poi c’è il ritratto di una borghesia “accentratrice” che cerca di difendere i propri interessi – talvolta arrivando ad abbandonare i principi liberali che l’avevano ispirata- e a fare da sfondo ci sono matrimoni finiti o altre disavventure che finiscono per toglierti la lucidità nel giudizio. La storia è coerente e un pochino lascia l’amaro in bocca.
Tutto sommato mi sembra un ottimo lavoro; potrebbe essere da sprone per mondo della politica che sembra sempre più lontana dalle esigenze del Paese reale. In realtà basterebbe veramente poco per far ripartire l’economia: l’Italia è una provincia! Rappresentata in questo modo non sembrerebbe, però basta fare un giro nelle nostre città per capire che alle volte per rilanciare le piccole e medie imprese basterebbe sospendere il ticket dei parcheggi. In questo modo la gente ritroverebbe il gusto di uscire per comprare solo un pezzo di pane anche quando sono favorevole ai centri commerciali. Dico solo che uno straniero che viene in Italia non dovrebbe pensare che andiamo al multisala perché il centro commerciale ti offre più servizi.
Le coordinate storiche e le radici sociali di questa collana televisiva si riconducono indubbiamente a questa stagione, sovente si ripropone quel conflitto capitale-lavoro che è alla base della cultura decadente. Ai margini di questa storia c’è quello che forse ancora adesso si potrebbe chiamare proletariato: ci sono gli scioperi, la disoccupazione, il precariato e compagnia bella! Poi c’è il ritratto di una borghesia “accentratrice” che cerca di difendere i propri interessi – talvolta arrivando ad abbandonare i principi liberali che l’avevano ispirata- e a fare da sfondo ci sono matrimoni finiti o altre disavventure che finiscono per toglierti la lucidità nel giudizio. La storia è coerente e un pochino lascia l’amaro in bocca.
Tutto sommato mi sembra un ottimo lavoro; potrebbe essere da sprone per mondo della politica che sembra sempre più lontana dalle esigenze del Paese reale. In realtà basterebbe veramente poco per far ripartire l’economia: l’Italia è una provincia! Rappresentata in questo modo non sembrerebbe, però basta fare un giro nelle nostre città per capire che alle volte per rilanciare le piccole e medie imprese basterebbe sospendere il ticket dei parcheggi. In questo modo la gente ritroverebbe il gusto di uscire per comprare solo un pezzo di pane anche quando sono favorevole ai centri commerciali. Dico solo che uno straniero che viene in Italia non dovrebbe pensare che andiamo al multisala perché il centro commerciale ti offre più servizi.