
Un articolo dello scrittore Roberto Saviano pubblicato su L’Espresso ha nuovamente scatenato o riaperto una vecchia ferita: la qualità delle fiction italiane, tra l’altro diatriba sempre accesissima anche a causa delle tante pessime critiche che sta ricevendo Gli anni spezzati, in effetti un poliziesco o presunto tale assolutamente annacquato e alleggerito sottovalutando all’ennesima potenza il pubblico italiano ma a parte questo la discussione sulla qualità delle nostre fiction è sempre accesa cosi come si è acceso il dibattito a distanza tra Saviano e Beppe Fiorello che si è sentito personalmente chiamato in causa difendendo, giustamente il suo lavoro.
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Da un lato Saviano sostiene a ragione che quasi nulla è salvabile di una certa fiction troppo sdolcinata, eccessivamente buonista basata su santi, preti e ricostruzioni storiche spesso non proprio verosimili, dall’altro Beppe Fiorello difende anche una certa qualità di alcune fiction come alcune girate da lui pur ammettendo che molto si deve e si può fare.
Chi ha ragione e chi torto? Entrambi, le cose buone fatte in Italia ci sono ma intanto dovremmo smetterla di paragonare la nostra fiction a quella americana pur piena di cose davvero brutte e comunque imparagonabili per tanti motivi nel bene o nel male.
Il dibattito resta aperto…per fortuna!