“Warrior”, la seconda stagione della serie d’azione nata da un’idea di Bruce Lee su Rai 4

“Warrior”, la seconda stagione della serie d’azione nata da un’idea di Bruce Lee su Rai 4

Tornano le atmosfere della Chinatown di San Francisco di fine ’800, tra gioco d’azzardo, combattimenti clandestini, triadi mafiose e, ovviamente, arti marziali. 

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Venerdì 11 febbraio, in prima serata, ritorna infatti “Warrior”, la serie d’azione nata da un’idea di Bruce Lee che ogni venerdì intratterrà gli spettatori di Rai4 (canale 21 del digitale terrestre) con l’imperdibile seconda stagione in prima visione.

All’origine di Warrior c’è un soggetto scritto nel 1971 da Bruce Lee per la televisione e mai realizzato nella forma che aveva immaginato l’attore. Sua figlia Shannon ha così coinvolto nell’impresa il regista e produttore Justin Lin che, insieme alla HBO, ha individuato nel regista della serie Banshee Jonathan Tropper l’ideale showrunner. Il risultato, sullo sfondo di una ricostruzione d’epoca dal look moderno ed elegante, è un esplosivo mix di azione, di avventura epica e di critica sociale sui temi del capitalismo e dell’immigrazione, il tutto con un taglio avvincente da fumetto di classe.

Le scene d’azione, realistiche e brutali, sono un esplicito omaggio allo stile di Bruce, Lee soprattutto nella sintesi di teatralità del gesto ed efficacia dei colpi. I grandiosi set della San Francisco d’epoca, brulicanti di immigrati, poliziotti, criminali, artigiani, mercanti, sono stati costruiti in Sudafrica, nei Cape Town Studios.

In questa seconda stagione, sullo sfondo della San Francisco del 1878, e più precisamente nel quartiere di Chinatown, l’immigrato cinese Ah Sahm (Andrew Koji) ha perso ormai ogni certezza, dopo essere stato tradito da sua sorella Mai Ling (Dianne Doan) che lo ha lasciato nelle mani di Li Yong (Joe Taslim) destinato a morte certa. Mentre Ah Sahm combatte la sua voglia di vendetta, Ah Toy (Olivia Cheng) e Chao (Hoon Lee) nascondo dei segreti che possono metterli nei guai con le forze dell’ordine. C’è anche da risolvere il mistero degli spadaccini cinesi, oltre che la faida famigliare tra Young Jun (Jason Tobin) e suo padre Father Jun (Perry Yung), con il primo intenzionato a riconquistare il potere perso dopo l’entrata in vigore degli accordi tra le tong Hop Wei e Long Zii. Come se non bastasse, si aggiungono anche la temibile tong Fung Hai, terzo polo tra le organizzazioni criminali cinesi, e gli intrighi politici del misterioso vicesindaco Buckley (Langley Kirkwood), direttamente collegati con le tensioni sociali tra irlandesi e cinesi.

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