Bill Gates a Che tempo che fa: “La pandemia è come il clima, i nostri Governi non ci hanno preparati”

Bill Gates a Che tempo che fa

Bill Gates é stato un altro dei grandi ospiti internazionali in collegamento a Che tempo che fa con Fabio Fazio: l’imprenditore e filantropo ha parlato di clima, pandemia e tecnologia ma anche di libri presentando anche il suo ultimo libro Clima. Come evitare un disastro – Le soluzioni di oggi, le sfide di domani“.

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Sulla nascita delle idee: L’idea di credere nel software, di non attenermi solamente al vecchio modo di far le cose, l’idea che ci potesse essere un pc su ogni scrivania, anche se sembrava assolutamente un’idea pazza alla maggior parte di coloro che erano dentro a questo settore, a me rendeva entusiasta! Per me il software era una gran cosa… Eravamo un gruppetto di ragazzini che ha fatto una rivoluzione e da quel momento in poi ho cercato di insegnare buone nuove idee agli altri, poi ho cercato di capire il processo di innovazione, per esempio ho cercato di fare qualcosa per risolvere la malaria, un nuovo tipo di zanzariera, come fare un vaccino nuovo… Adesso sto orchestrando l’innovazione in settori dove, davvero, come nel cambiamento climatico, fa una grande differenza!“. 

Bill Gates a Che tempo che fa

Disastro climatico e pandemia: La pandemia è come il clima, nel senso che i nostri Governi non ci hanno preparati, non hanno guardato avanti e non hanno fatto le cose che avrebbero dovuto fare affinché la pandemia potesse essere un evento di importanza secondaria. È più difficile far la stessa cosa con il clima, perché gli effetti peggiorano sempre di più con il passare del tempo e quelli davvero terribili si avranno fra qualche decennio. E chi soffre di più sono coloro che vivono nei paesi poveri, dove ci sono gli agricoltori che sono a un livello di sussistenza, quindi se non riescono ad avere un raccolto hanno problemi di malnutrizione e di instabilità e iniziano a migrare in numeri decisamente superiori a quanto non sia accaduto in passato. Quindi dobbiamo guardare avanti e agire ora, guardando al futuro, se vogliamo risolvere il problema del clima. Con il clima non serve semplicemente una soluzione, come è il vaccino per la pandemia: abbiamo bisogno di molte scoperte, che riguardano tutta l’economia, in modo da non avere i 51 miliardi di tonnellate di emissioni di CO2 che abbiamo ora”.

Effetti positivi e negativi della tecnologia “Certamente la vita è migliore oggi rispetto a 200 anni or sono, quando l’aspettativa di vita media era 35 anni di età: adesso siamo più istruiti, abbiamo più tempo libero, quindi non credo che di fatto ci siano effetti negativi nella tecnologia. Certo, ci sono degli effetti collaterali negativi, per esempio quello delle emissioni di CO2: sarà difficile da gestire questa problematica, però io non credo che guardare indietro nel tempo ci aiuti e sia la soluzione giusta. Penso invece che possiamo innovare. Possiamo far sì che i costi del verde siano più modesti, in modo da salvare l’intero mondo, e non semplicemente i paesi ricchi. Quindi adottate un approccio verde, vi prego, per quanto riguarda i prodotti. Non solo per i trasporti. Ci vogliono innovazioni, e noi non abbiamo molto tempo“. 

Sulle soluzioni per azzerare le emissioni di CO2: Le emissioni aumentano praticamente anno dopo anno, anche nel corso della pandemia sono diminuite di meno del 10%. Perché si continuano a costruire impianti che vanno a carbone e facciamo sempre più auto a benzina, quindi le emissioni continuano a salire. E se vogliamo davvero che ci sia un declino notevole bisogna cambiare rapidamente. Prendiamo il settore che si conosce, quello delle auto elettriche per esempio: oggi magari sono più costose, però man mano che ci sarà un volume maggiore e la concorrenza sarà davvero più considerevole, il costo diminuirà, si avrà più scelta, le stazioni di ricarica saranno più accessibili e nel prossimo decennio – quindicennio le auto elettriche saranno decisamente preferibili a quelle a benzina e saranno completamente verdi. E questa è la cosa ideale: se succedesse in ogni industria questo tipo di cosa, un prodotto che potesse sostituire gli altri e che sia interessante per i consumatori. E dobbiamo proprio farlo ovunque ci siano emissioni, la maggior parte dei settori industriali si trovano decisamente più indietro rispetto all’industria automobilistica. L’industria del cemento, dell’acciaio o magari addirittura i carburanti per gli aerei che creano emissioni significative: l’approccio verde è ancora costoso e quindi si paga di più in questo momento per avere dei prodotti verdi”.

I settori che producono più CO2: Il settore principale è quello dell’industria manifatturiera. Non si sa che l’uso del cemento, dell’acciaio nel settore delle costruzioni, è negativo, poi c’è anche l’elettricità, l’agricoltura, che è un altro settore dove ci sono più problemi di quanto non ci si aspetti. Per esempio prendiamo l’allevamento delle mucche: il fatto che ruminano fa sì che ci siano emissioni considerevoli di metano. Quindi, chiunque pensi che sia facile, beh, probabilmente non tiene in considerazione ciò che deve essere cambiato, però non è impossibile. Io credo che le generazioni dei giovani, in ogni paese, di fatto sanno che si tratta di una causa etica e morale, quindi sono pronti a sostenere queste idee; l’ambientalismo, il clima, sono delle problematiche importantissime. Abbiamo bisogno di tutto questo, perché i politici devono ricevere il messaggio che valga la pena di dare la priorità all’innovazione climatica e alla transizione climatica“. 

Sulla possibilità di conciliare economia e ambiente: I segnali economici sul mercato ci sono. Dobbiamo creare delle prassi in modo tale che si possa davvero incentivare le aziende che operano adesso perché diventino verdi e che ci siano anche aziende nuove che ci mostrino come poter essere verdi senza dover sobbarcarsi il prezzo extra. Quindi questa differenza di costo deve diminuire: abbiamo alcuni esempi, l’energia solare e l’energia eolica sono convenienti, ci sono delle aziende che sono leader oggi nello sviluppo della elettricità prodotta da queste fonti assolutamente verdi. Abbiamo naturalmente bisogno che ci sia affidabilità, e che venga mantenuta questa affidabilità, dal momento che stiamo arrivando più o meno all’80% se non di più di energia elettrica prodotta in questo modo, quindi ci sono delle aziende specializzate per risolvere questi problemi. L’unico modo per riuscire ad eliminare il sovrapprezzo del verde è convincere gli imprenditori e gli intellettuali a pensare che ci sia una possibilità di diminuire questo costo. La prossima generazione di auto ci lascia ben sperare, nei prossimi 30 anni sarà tutto assolutamente verde; e ci sono altre prove da superare nel settore manifatturiero, nell’agricoltura, nel settore degli aerei: adesso abbiamo bisogno di batterie che possano avere un’energia tale per cui sia possibile avere dei voli a lungo raggio“. 

Su Biden: “Lo conoscevo già quando era Senatore, quando era Vicepresidente, gli ho parlato prima delle elezioni e gli ho parlato anche dopo, parecchie volte da quando è stato eletto. Sono assolutamente molto entusiasta delle cose che ha fatto, comprese le priorità che ha dato al clima“.

Sull’ipotesi di fare politica e candidarsi alla Presidenza degli Stati Uniti: “Non credo di candidarmi. Non credo che sia il miglior uso delle cose che so fare quello di fare il candidato. Preferisco occuparmi di pandemia, del clima. Certo, collaboro con i Governi, in modo particolare con il Governo degli Stati Uniti d’America, quindi ammiro decisamente coloro che vogliano diventare politici. Però no, tra la gestione della mia fondazione e anche il programma Breakthrough Energy, che è un progetto per il clima, ho abbastanza da fare”.

Sul suo progetto per un nucleare sicuro: “Abbiamo fonti rinnovabili sulle quali contare, però purtroppo abbiamo delle condizioni meteorologiche dove l’elettricità prodotta dall’eolico e dal solare può addirittura arrivare quasi a zero. Quindi, dal momento che l’affidabilità è importante, in modo da non far congelare le persone d’inverno o, per esempio, nel corso di un’ondata di caldo non poter più usare i condizionatori d’aria, abbiamo bisogno di una soluzione: abbiamo bisogno di immagazzinare quanta più energia possibile, per poi usarla in un secondo tempo. E non è ancora chiaro se possiamo fare una cosa di questo genere, perché è 20 volte più difficile far questo di quanto non sia possibile lavorare sulle batterie adesso. Ora abbiamo per esempio un 20-25 percento dell’elettricità che viene da fonti verdi, che però non dipendono dalle condizioni meteorologiche. La fusione e la fissione nucleare possono avere un ruolo, ma sono il primo ad ammettere che i reattori attuali sono troppo costosi, e che non sono progettati per essere naturalmente, automaticamente sicuri. Ci sono stati pochi incidenti fino a questo momento, ma dovremmo prendere la generazione attuale di reattori e cercare di migliorarla da questo punto di vista. Per esempio io ho fondato Terra Power, un’azienda che si occupa di questo: ecco, questa nuova generazione di reattori è molto utile, potrebbe essere parte della soluzione ai problemi climatici. Spero di poter costruire questo impianto pilota negli Stati Uniti d’America come stiamo facendo in questo momento in modo tale che questa generazione e le future possano avere qualche cosa di importante dal punto di vista climatico e questa possa essere una grande scoperta dal punto di vista della sicurezza”.

Sul suo amore per la lettura e la borsa sempre piena di libri che si porta dietro:

Sembra un po’ strano in effetti, perché potrei scaricare tutto dal computer naturalmente, quindi non sarei costretto a portarmi dietro tutti i libri e probabilmente non lo farò in futuro. Però mi piace non perdere tempo, e quindi mi piace leggere qualsiasi libro, non voglio mai non averne abbastanza di cose da leggere. Ci sono decisamente più bei libri di quanto io abbia tempo per leggerli! E insomma avete parlato del libro di Obama, io l’ho letto: è un libro fantastico! Insomma c’è ancora molto da imparare“.

Sulle sue battaglie contro la poliomielite, la sete, la dissenteria nel mondo e l’ingiustizia dell’accumulo di ricchezze: “Nei vari paesi ci sono vari regimi fiscali, la situazione dell’America è quella che conosco meglio delle altre. Il sistema di aliquote potrebbe essere più progressivo, in modo tale che i ricchi possono pagare di più per finanziare i costi dell’istruzione, migliorare la ricerca e anche i settori come il cambiamento climatico, perché in America non si fa abbastanza a questo proposito. Ecco, non voglio dire che si debba disincentivare con imposte troppo alte, ma noi negli Stati Uniti d’America non siamo ancora a questo livello, quindi vogliamo avere la possibilità di essere sicuri investendo nel futuro per il benessere della gente, invece di quel che stiamo facendo adesso. Allora ho scritto sul mio sito web che sì, probabilmente il Governo dovrebbe chiedere a gente come me di pagare di più“.

Sulle contraddizioni del web, il caso Trump e il potere nelle mani dei grandi gruppi: “I Governi hanno l’ultima parola su tutto, su quello che si deve pubblicare e diciamo nell’ambito del funzionamento delle cose. Anche se i Governi hanno avuto problemi nel decidere come riuscire ad avere tutta una serie di cose positive, come un libero scambio, un dibattito libero, evitando le cose sbagliate, come per esempio chi sostiene che i vaccini hanno un effetto terribile, oppure il negazionismo sull’Olocausto. Come si traccia il confine? Cercando di preservare le persone dal cadere nelle falsità e quindi non aiutare chi raccoglie consensi da questo punto di vista. Non ci possiamo dimenticare che ci sono tante cose positive che vengono da internet, per esempio il fatto che possiamo lavorare da casa. All’inizio in effetti non potevamo prevedere che tipo di impatto negativo potessero avere i social media. Però fino a questo momento non si è ancora trovato in nessun Paese un equilibrio giusto”.

Sul metodo con cui affronta le tante attività della sua fondazione: “Ho imparato moltissimo quando lavoravo per Microsoft. E ho adattato ciò che ho imparato lì quando ho cominciato a lavorare per la mia Fondazione. La cosa più importante che abbiamo fatto è assicurare la sopravvivenza dei bimbi. Quando abbiamo iniziato c’erano più di 10 milioni di bambini di meno di 5 anni che morivano ogni anno e grazie al lavoro dei nostri partner e al nostro lavoro siamo sotto i 5 milioni adesso. Stiamo elaborando nuovi vaccini e questa è una cosa assolutamente importantissima che ci ha permesso di raggiungere questo obiettivo. E in futuro vorremmo avere l’obiettivo di meno di 2 milioni di bimbi morti. È una sperequazione il fatto che un bimbo che nasce in Nigeria ha 50 possibilità in più di morire rispetto a un bimbo che nasce in un paese ricco, e possiamo cambiare questa cosa. E in effetti il mercato non era pronto a fornire quei vaccini e a fornirli nei luoghi giusti e più poveri. Proprio sapere il perché questi bimbi muoiono, perché siano necessari i vaccini, ho studiato tantissimo tempo. Per esempio imparare come migliorare la salute delle famiglie, in modo tale che le famiglie possono avere meno figli, per poter dar loro più cibo, una migliore istruzione e anche mantenere una migliore ecologia, e quindi nell’ambito di questo mio lavoro ho dovuto imparare un sacco di cose nuove, però il successo è stato davvero incredibile. Al di là delle mie aspettative“.

Tre cose a cui tiene di più nella vita al di là degli affetti personali e dei concetti astratti: Mi piace leggere nella mia biblioteca, ho una bella biblioteca e tengo lì Il codice da Vinci e anche altri volumi. Sono fortunato, ho dei libri bellissimi in biblioteca, vado lì, scelgo nuovi libri, me li leggo. Altre volte, invece, lavoro sul computer, mi siedo di fronte al computer e parlo con la gente, per uno curioso come me insomma ci sono un sacco di informazioni che posso venire a sapere, che posso imparare. E poi, la mia racchetta da tennis, che è un bell’oggetto alla fine. Beh, visto che non è possibile scegliere le persone che amo…

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