Syfy e la difficoltà di portare la fantascienza in tv

Syfy e la difficoltà di portare la fantascienza in tv

Nel nuovo appuntamento con la rubrica TVCult ripercorriamo la storia di Syfy, la rete via cavo interamente dedicata alla fantascienza televisiva.

Sci-Fi Channel nasce nel 1992 da una costola di USA Network come tv via cavo e satellitare, e fin dal suo debutto avvenuto il 24 Settembre dello stesso anno, si impose nelle case di oltre 90 milioni di spettatori americani come un punto di riferimento per il genere fantascientifico.

Il primo programma originale della rete debutta ufficialmente il 24 Settembre, e si intitola FTL Newsfeed, una micro-serie con episodi dalla durata di appena 30 secondi creata da F. Paul Wilson e Matthew J. Costello che si proponeva come una sorta di telegiornale che riportava news lampo da un futuro molto lontano nel quale si discutevano possibili scoperte fantascientifiche, e conflitti geopolitici fittizzi. Un chiaro programma costruito per anticipare al pubblico quello che sarebbe poi stato il tema centrale della rete via cavo durante il suo periodo di attività: la fantascienza.

Le origini

Nell’Aprile del 1997 la rete stipula degli accordi con la Salter Street Films per mandare in onda la serie Lexx, una co-produzione tra Germania, Canada e Inghilterra che racconta i viaggi spaziali tra due universi paralleli della nave spazile denominata Lexx. La serie nel corso delle stagioni ha cambiato molti approcci: inizialmente la prima stagione era composta da veri e propri film per la TV, mentre a partire dalla seconda stagione assume un taglio da dark comedy con episodi dal formato tradizionale di 45 minuti.

Nello stesso anno la rete porta in TV la sua prima serie scriptata originale intitolata Mission Genesis, adattamento della trilogia di romanzi fantascientifici intitolati Deepwater Black scritti dall’autore Ken Catran. Come il romanzo, la serie seguiva il viaggio nello spazio remoto della nave spaziale Deepwater, una nuova Arca pensata per far migrare l’umanità verso una nuova casa dopo che un virus ha reso inabitabile la Terra.

La serie si affidava ad un piccolo cast di semi sconosciuti, ma implementava una massiccia quantità di CGI. Lo show tuttavia si è concluse dopo una prima stagione composta da 13 episodi.

Sorte analoga tocca anche a Welcome to Paradox, serie antologica composta da soli 13 episodi autonclusivi ambientati nella futuristica città di Betaville. La serie non ebbe il successo sperato e venne cancellata dopo una sola stagione.

Nel 2000 la rete ci riprova nuovamente con Exposure, una serie antologica che raccoglie una serie di corti di stampo fantascientico realizzati da registi molto noti del settore come Tim Burton, George Lucas e Kevin Smith, e altri meno famosi. Nonostante l’ambizione del progetto, che puntava a far conoscere degli autori ancora emergenti del panorama cinematografico e televisivo, la serie venne cancellata nel 2002 per bassi ascolti.

Il passaggio alla NBC Universal e l’arrivo di Battlestar Galactica

Nello stesso anno arriva The Invisible Man, una spy story che rielabora il mito dell’Uomo Invisibile tradizionale. Anche in questo caso lo show ha vita breve, con solo due stagioni all’attivo e una cancellazione dovuto non tanto agli ascolti, quanto alla scissione interna che sarebbe avvenuta nel 2002 tra USA Network e Sci-Fi.

Nel 2002 infatti Barry Diller cede l’intero pacchetto di azioni televisive e cinematografiche di USA Networks, Inc. alla General Electric, che sfrutta l’acquisizione per formare la NBC Universal, la quale prende a sua volta in gestione la rete Sci-Fi Channel.



Alla luce dei grandi cambiamenti Sci-fi inizia ad arricchire il proprio palinsesto con nuove serie, lanciando nel 2003 l’adattamento televisivo di Tremors basato sull’omonima saga cinematografica action/horror; e l’acclamata Battle Star Galactica, che diventa il grande cavallo di battaglia della rete per tutta la sua durata di quattro stagioni.

The Invisible Man

Ronald D. Moore e David Eick sviluppano inizialmente tre film per la televisione di Battlestar Galactica, come ideale reboot della space opera originale andata in onda negli anni 70. Il grande successo spinge gli autori e il network a proseguire il progetto con una trasposizione televisiva completa che sarebbe andata in onda dal 2004 al 2009. L’anno successivo alla conclusione della serie Ronald D. Moore lancia una serie prequel/spin-off intitolata Caprica, durata una sola stagione composta da 18 episodi.

La serie originale, così come il reboot di Sci-Fi è ambientata ai margini della galassia una civiltà umana vive sparsa su un gruppo di pianeti noti come le Dodici Colonie, su cui si è trasferita dopo essere migrata dall’ancestrale mondo nativo di Kobol. Le Dodici Colonie sono in conflitto da decenni con la razza cibernetica dei cyloni, il cui obiettivo è lo sterminio della specie umana. L’Impero cylone offre un trattato di pace agli umani, che si rivela essere un inganno.

Con l’aiuto di un traditore umano chiamato Baltar, i cyloni attuano un feroce attacco ai pianeti delle Dodici Colonie e alla Flotta Coloniale che le protegge, mettendo in ginocchio la specie umana. I pochi sopravvissuti alla tragedia vengono accolti a bordo della nave Galactica guidata dal comandante William Adamo (Edward James Olmos) con lo scopo di raggiungere la tredicesima colonia, la Terra. Durante tutta la sua durata la serie entra di diritto nella cultura popolare, diventando un punto di riferimento per la fantascienza televisiva moderna, tanto da aggiudicarsi un posto anche nella prestigiosa classifica dei 100 prodotti televisivi migliori di sempre della rivista Time.

Nasce Syfy

Nel 2009 Sci-Fi avvia un rebranding dell’intero canale cambiando nome in “Syfy”, così da ottenere un marchio tutto suo da poter finalmente registrare, contrariamente al termine”sci-fi” che indica appunto un genere, quello della fantascienza, e non un nome originale.

La scelta del rebranding avrebbe inoltre permesso alla rete di approcciarsi con più naturalezza ad altri sottogeneri legati alla fantascienza. E per non lasciare a digiuno gli appassionati di questo genere, nel 2010 la rete rilancia il franchise di Battlestar Galactica con il già citato spin-off Caprica, e Stargate Universe.

In entrambi i casi parliamo comunque di prodotti poco fortunati, con la prima cancellata dopo una sola stagione, e la seconda dopo due stagioni. Stargate Universe è stata inoltre oggetto di pesanti critiche da parte dei fan storici, che hanno definito il prodotto troppo indirizzato ad un pubblico adolescenziale.

Sulla scia del grande successo di The Walking Dead su AMC, nel 2014 Syfy propone la sua personale visione del genere zombie con Z-Nation, prodotta in collaborazione con l’Asylum. La serie segue un gruppo di sopravvissuti che avranno il compito di scortare sano e salvo in California l’unico uomo che può fermare l’epidemia, a cui è stato iniettato un vaccino sperimentale grazie al quale non si è trasformato dopo essere stato morso.

Z-Nation conta attualmente quattro stagioni, e data la sua propensione a delle dinamiche dal sapore squisitamente trash con situazioni folli, il pubblico sembra ripagare gli sforzi della rete nel proporre una versione poco seriosa e tanto ironica di un mattatore di ascolti come The Walking Dead.

Nel 2015 inoltre la rete esprime la volontà di tornare nuovamente al genere della fantascienza che ha reso il canale popolare negli anni scorsi, proponendo un degno erede spirituale di Battlestar Galactica intitolato The Expanse.



Scritta da Daniel Abraham e Ty Franck, The Expanse entra da subito nel cuore degli spettatori americani e non solo, grazie a delle dinamiche che mischiano elementi ricorrenti nella fantascienza classica con viaggi spaziali, e uno scenario geopolitico che evolve nel corso delle stagioni.
Sfortunatamente la serie è stata cancellata dopo tre stagioni, ma la casa di produzione Alcon Television si è già detta aperta a trovare un nuovo network disposto ad ospitare la serie.

L’ultima grande produzione, attualmente in onda sulla rete, è Krypton, serie TV che nasce come prequel sulle origini del pianeta natale di Superman. La serie si pone come un progetto ambizioso che vuole proporre una trama orizzontale con un comparto visivo dal grande taglio cinematografico che si affida ad un massiccio utilizzo della computer grafica per ricreare il pianeta alieno da cui il titolo.

Non è chiaro al momento quale sarà il futuro di Krypton, che attualmente gode di ascolti non proprio entusiasmanti. Syfy è sicuramente tra le reti via cavo tematiche più interessanti in circolazione, ma la fantascienza ambiziosa e di qualità è senza dubbio tra i generi televisivi più costosi e complessi da gestire.



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