FOX, la rete dalla storia travagliata che ci ha regalato X-Files e Fringe

FOX, la rete dalla storia travagliata che ci ha regalato X-Files e Fringe

Nel nostro nuovo appuntamento di TVCult vi parliamo di FOX, la rete che ha dato vita ai Simpson e X-Files

Nata solo nel 1986, la Fox Broadcasting Company, più comunemente nota al grande pubblico come FOX,  si è subito stablita con una certa insistenza nel mondo della televisione broadcast americana, rivaleggiando a pieno regime con i “big three” quali ABC, NBC e CBS.

FOX nasce ufficialmente nel 1985 grazie all’acquisizione della News Corporation, per una somma pari a 250 milioni di dollari, del 50% della TCF Holdings, all’epoca capogruppo della 20th Century FOX.

Nello stesso anno, a seguito dell’acquisizione delle sei principali stazioni televisive degli Stati Uniti, la 20th Century FOX annuncia la volontà di lanciarsi nel mondo dell’intrattenimento televisivo pubblico. La consacrazione della rete tuttavia giunge solo l’anno successivo grazie ad un investimento di Rupert Murdoch pari a 325 milioni di dollari; una cifra di enormi proporzioni che avrebbe gettato le basi per una quarta rete televisiva con intenti ambiziosi e coraggiosi rispetto alle altre tre concorrenti.

L’arrivo delle prime produzioni televisive

FOX apre ufficialmente le danze della sua programmazione nel 1987, proponendo ai suoi spettatori Married… with Children (Sposati… con figli), una commedia che ritrae la classica famiglia americana appartenente al ceto medio, con un capofamiglia (Ed O’Neille) maleducato e una moglie (Katey Sagal) eccentrica che predilige il proprio look mettendo in secondo piano i valori affettivi e le faccende domestiche.

Nello stesso anno arriva Warewolf, serie di stampo soprannaturale/horror che racconta le vicende di Eric Cord (John J. York), un govane studente afflitto da una maledizione che lo trasforma in lupo mannaro. Lo show venne creato da Frank Lupo, ma non ottenne il successo sperato dalla rete, portandolo ad una prematura cancellazione dopo una sola stagione, composta da 28 episodi.

Sempre nel 1987 la rete lancia Women in Prison, serie creata da Katherine Green, che affronta la vita di un gruppo di carcerarie. Anche questa serie ebbe vita breve, cancellata dopo una sola stagione composta da 13 episodi. Nel suo breve arco di vita, lo show è stato in un certo senso la base per il rilancio televisivo di questo specifico genere. OZ, così come Prison Break e Orange is The New Black sono un po’ l’ideale evoluzione di queste basi seminate negli anni ’80.

Ma il vero cavallo di battaglia della rete durante il suo primo anno di programmazion è The Simpson, una serie animata creata dal fumettista Matt Groening, che in chiave satirica parodizza la società americana attraverso le vicissitudini della famiglia Simpson. Nel corso della sua lunghissima via, che conta al momeno ben trenta stagioni, l’irrivene e attualissimo show di Groening ha vinto numerosi premi della critica, integrandosi nella culura popolare passata e moderna. Un simbolo di critica sociale che ironicamente ha previsto numerose svolte nella storia degli Stati Uniti, tra cui la presidenza Trump.

Nel 1990 arriva la rivoluzionaria Beverly Hills 90210, il primo vero teen drama televisivo. Una serie che per la prima volta si allontanava dai salotti delle famiglie americane per raccontare il percorso di crescita di un disparato gruppo di adolescenti situati nel quartiere VIP di Beverly Hills. Nel corso delle sue dieci stagioni la serie esplora ogni genere di tematica come la dipendenza dalle droghe, l’AIDS e l’omosessualità.

La creatura di Aaron Spelling e Darren Star forgia letteralmente un nuovo genere che sarebbe diventato uno dei punti di riferimento per altri autori. E’ infatti grazie a Beverly Hills che sono nati prodotti come Dawson Creek, Buffy, One Tree Hill e The O.C (di cui parleremo tra poco).

L’arrivo di X-Files

Durante i suoi primi anni di programmazione FOX cerca di competere con NBC, ABC e CBS proponendo dei prodotti diametralmente opposti, capaci di stuzzicare l’attenzione del pubblico generalista.

La rete delle ambizioni lancia così nel 1993 il thriller fantascientifico per eccellenza, X-Files. Creata da Chris Carter, la serie si addentra nei grandi misteri e le leggende che popolano la cultura popolare, tirando in ballo complotti e invasioni aliene. David Duchovny e Gillian Anderson giungono alla ribalta grazie ai loro rispettivi ruoli di Fox Mulder e Dana Scully, due agenti dell’FBI che indagano sui misteriosi casi irrisolti denominati X-Files.

Nel corso della sua lunga attività, durata ben 9 stagioni, la serie è divenuta un vero e proprio fenomeno culturale di stampo mondiale. E’ stata inoltre una delle prime serie, non appartenenti al genere delle sitcom, a vantare una costante crescita di ascolti, con una media di 19,2 milioni di spettatori a stagione.

Dopo anni di apparente pausa e silenzio, nel 2016 la serie di X-Files è tornata con una decima stagione da record, accolta calorosamente dai fan per il ritorno della coppia Mulder/Scully. Nel momento in cui scriviamo l’undicesima stagione è attualmente in onda su FOX, ma gli ascolti sembrano meno illuminanti rispetto al passato. Quale sarà il futuro della serie non è al momento chiaro, ma Gillian Anderson ha già annunciato il suo addio.

Nel 1997 il produttore David E. Kelley e la rete, introducono nel palinsesto Ally McBeal, dramedy incentrata su una giovane avvocatessa (Calista Flockhart) in carriera che cerca di destreggiarsi tra la vita in tribunale e quella privata. Le storie a metà tra il dramma e la commedia, hanno trasformato la serie in un piccolo cult televisivo, tanto da generare nel 1999 uno spin-off dal titolo “Ally”, nel quale si esplora la sfera più privata della protagonista.

A partire dalla quarta stagione la serie si confronta con un progressivo calo di ascolti che ne comporterà la chiusura nella successiva quinta stagione. Secondo molti i motivi della cancellazione sono stati in parte dovuti al frequente rinnovo del cast, che impediva agli aspettatori di familiarizzare con i personaggi. Tra gli interpreti dello show figurava anche Robert Downey Jr..

Il declino e la rinascita degli anni 2000

Con l’avvento degli anni 2000, gli show più popolari di FOX subiscono degli importanti tracolli negli ascolti, spingendo la rete a cancellare molti di essi per fare spazio a prodotti tendenzialmente più freschi.

Nell’attesa di una svolta seriale importante, FOX trova la gallina delle uova d’oro con Who Wants to Marry a Multi-Millionaire?, show televisivo che garantì alla rete una media di 40 milioni di spettatori a settimana, infrangendo anche dei nuovi record nella storia del network. A oggi infatti si tratta del programma più visto di sempre sulla FOX.

La serie che svolta la programmazione della rete nel 2001 è 24, una peculiare serie TV creata da Joel Surnow e Robert Cochran che come da titolo, si ambienta nell’arco di una giornata lavorativa del suo protagonista Jack Bauer (Kiefer Sutherland), agente del Counter Terrorist Unit di Los Angeles. Ogni giornata corrisponde ad una stagione che si compone di 24 episodi. La caratteristica della serie è inoltre quella di scandire le azioni di ogni personaggio adottando un montaggio in split-screen e un contatore che tiene conto dei minuti.

L’approccio inedito ha reso 24 uno degli show più popolari di quel periodo, tanto da permettere a FOX di trasformarlo in un vero e proprio franchise cross-mediale che si dipana in spin-off che comprendono fumetti, videogiochi e persino film televisivi. Nel 2017 la rete ha provato a rilanciare la serie con un reboot ambientato nell’universo della serie madre, intitolato 24: Legacy, ma è stato cancellato dopo una sola stagione.

Dopo il grande successo di Beverly Hills negli anni ’90, nel 2003 la rete ci riprova con The O.C, una serie creata da Josh Schwartz che cercava di rielaborare il tradizionale teen drama sdoganato anni prima, in favore di un tono più maturo e meno sdolcinato. The O.C va infatti a collocarsi nel melodramma, rivelandosi fin da subito meno scontato del previsto. La serie è stata cancellata dopo quattro stagioni a causa di un progressivo calo di ascolti.

Nel 2004 la rete decide di investire nel genere dei medical drama con Dr. House – Medical Division. Creata da David Shore e Paul Attanasio, la serie entra da subito nel cuore degli spettatori grazie al suo protagonsita Gregory House (Hugh Laurie), un medico di grande esperienza che predilige pratiche mediche poco ortodosse, spesso inusuali per l’ambito.

Grazie alla distribuzione in oltre 66 paesi, Dr.House diventa nel 2008 una delle serie televisive più seguite al mondo, con le prime quattro stagioni tra i dieci programmi più visti negli Stati Uniti. Così come X-Files, anche Dr. House negli anni è diventato un grande fenomeno culturale, entrando con meritato diritto nella cultura popolare mondiale.

La serie si è conclusa ufficialmente nel 2012 dopo ben otto stagioni.

Il successore spirituale di X-Files e l’arrivo di Gotham

Nel 2008  i produttori J.J. Abrams, Alex Kurtzman e Roberto Orci uniscono le forze e danno vita a Fringe, ideale erede spirituale di X-Files che ne ricalca pedissequamente molti aspetti durante le fasi iniziali della storia, per poi abbracciare tematiche pesantemente fantascientifiche che prevedono universi alternativi e viaggi nel tempo.

I protagonisti principali sono l’agente dell’FBI Olivia Dunham (Anna Torv), il Dr. Walter Bishop (John Noble) e suo figlio Peter (Joshua Jackson), i quali indagano su una serie di fenomeni paranormali legati a misteriosi esperimenti governativi.

Forse bollata troppo preventivamente come clone di X-Files, Fringe non ha mai riscosso una grandissima popolarità tra il pubblico, ma si è comunque ritagliata una certa fetta di appassionati che hanno sostenuto la serie fino alla quinta e ultima stagione.

Sulla scia dei successi in TV delle serie tratte dai fumetti DC Comics, nel 2014 la rete lancia Gotham, ideale prequel di Batman ambientato molti anni prima della sua ascesa come vigilante. I riflettori sono infatti puntati su un giovane e intraprendente James Gordon(Benjamin McKenzie), alle prese con la criminalità della città e i primi villain che andranno a popolare la mitologia del Cavaliere Oscuro.

La serie è attualmente ancora in corso, con quattro stagioni all’attivo, ma a causa delle sue estranianti derive narrative, ha spaccato letteralmente in due l’opinione dei fan e della critica. Questo si è tradotto in ascolti mediamente bassi con le ultime stagioni.

Negli ultimi anni FOX si è cimentata anche in vari reboot televisivi di saghe cinematografiche storiche come Lethal Weapon e The Exorcist. Se il primo sembra dare buone soddisfazioni alla rete con le sue dinamiche procedural, meno fortunato è invece il riadattamento dell’Esorcista per il piccolo schermo, penalizzato da bassi ascolti ma un buon apprezzamento della critica specializzata.

Tra grandi alte e bassi, FOX ha avuto il grande merito di portare sulla televisione pubblica americana generi molto lontani dai canoni tradizionali, puntando su palinsesti molto variegati che hanno stimolato la concorrenza a migliorarsi esplorando nuovi generi.

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