NBC: la storica rete di Friends e Will & Grace

NBC: la storica rete di Friends e Will & Grace

Nel nuovo appuntamento di TVCult vi parliamo di NBC, una delle reti televisive più anziane degli Stati Uniti

 

Nata nel 1926 con il nome di Radio Corporation of America (RCA), la NBC (National Broadcasting Company) è ad oggi considerata una delle reti broadcast più longeve (e di conseguenza anziane) della televisione americana.

Per oltre 15 anni la radio riesce ad ottenere il consenso degli ascoltatori, lavorando con artisti di grande fama come Al Jolson, Jack Benny, Edgar Bergen, Bob Hope, e Fred Allen per proporre programmi radiofonici di grande qualità. Tuttavia verso la metà degli anni ’40 la rete dovette confrontarsi con CBS, che nell’agguerrita scena competitiva iniziò a lanciarsi nel mondo della programmazione televisiva, spingendo tutti gli artisti impegnati sulla scena radiofonica verso il debutto nel mondo degli show audovisivi.

Dopo una serie di testing, l’8 Maggio 1945 la NBC decise di monopolizzare gli schermi televisivi americani con una diretta lunga diverse ore, la vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra Mondiale. La trasmissione si trasformò in un vero e proprio evento su scala nazionale, tanto che i possessori di un televisore a New York ricevetterò addirittura delle cartoline d’avviso prima ancora della messa in onda.

Con l’avvento degli anni ’50 NBC iniziò ad affermarsi nel mondo della televisione con show come The Texaco Star Theater, condotta da Milton Berle, o Today e The Tonight Show. L’italiano Gian Carlo Menotti stringe invece una collaborazione con la rete per scrivere la prima opera televisiva Amahl and the Night Visitors, andata in onda dal 1951 al 1966.

Con l’arrivo delle prime televisioni a colori (CBS è stata tra le prime reti a proporre programmi a colori), NBC segue la rivale, proponendo nel 1954 la prima serie TV interamente a colori, intitolata The Marriage.

Il successo e la crisi degli anni ’70

Verso gli anni ’70 la rete iniziò a proporre dei prodotti televisivi di più ampio respiro come Sanford and Son, sitcom durata ben sei stagioni e incentrata sue due rigattieri di colore; oppure Adam-12, cop drama con protagonisti due agenti della polizia alle prese con il quotidiano pattugliamento delle strade di Los Angeles.

Nel 1974 il produttore di NBC Ed Friendly e l’attore Michael Landon decidono di adattare per il piccolo schermo Little House on the Prairie (La casa nella Prateria), romanzo di Laura Ingalls Wilder intitolato Little House. La serie racconta le vicende di una famiglia di campagna molto tradizionalista, che nel corso di ben nove stagioni e vari film conclusivi, affronta temi come il razzismo, la droga e l’alcolismo.

Il grande successo dello show non aiuta comunque NBC, che verso la metà degli anni ’70 affronta una profonda crisi produttiva dovuta alla spietata concorrenza di ABC e CBS, pionere di innovazioni nel campo televisivo alle quali la rete new yorkese si sarebbe dovuta adattare.

L’arrivo di Supercar

Dopo una lunga crisi durata circa dieci anni, la tempesta negativa e l’aria di imminente chiusura vengono abilmente spazzate via grazie all’arrivo di prodotti che sarebbero irrimediabilmente diventati dei cult.

David Hasselhof nel 1982 siede alla guida di Kitt, la celebre automobile con intelligenza artificiale, nella serie di Supercar (Knight Rider), durata 4 stagioni e diventata nel corso degli anni successivi un cult in tutto il mondo.

L’anno successivo Frank Lupo e Stephen J. Cannell si lanciano nel campo delle produzioni televisive di stampo militaristico con A-Team. Protagonisti della serie sono uno sgangherato commando di ex-combattenti della guerra del Vietnam chiamato A-Team, che dopo essere stati accusati ingiustamente di una rapina in banca, trascorrono la propria vita servendo come mercenari in costante fuga dalle autorità.

Durante la stagione televisiva 1988/1989, ben 18 show di NBC rientrarono nella classifica dei 30 programmi televisivi più seguiti dell’anno, riportando definitivamente in auge la rete del pavone.

Sulla scia di questo grande successo negli anni 90 la rete si cimenta a pieno regime nella produzioni di nuove sitcom, lanciando alcuni fenomoni destinati a diventare parte integrante della cultura popolare americana.

Ma prima di questi è impossibile non citare almeno una volta Law & Order, legal drama procedurale iniziato nel 1990 e conclusosi solo nel 2010, con ben 20 stagioni all’attivo. Si tratta della serie televisivia più longeva di sempre, superando in quantità (e ascolti…) altre serie che in precedenza detenevano questo record come Bonanza (1959-1973), Dallas (1978-1992) e California (1979-1993). La lunga durata dello show è stata anche un crocevia per numerose guest star, alcune molto famose, e altre invece che sarebbero giunte sotto i riflettori di Hollywood qualche anno più tardi.

NBC ha inoltre espanso l’universo di Law e Order con ben cinque spin-off televisivi: Law & Order: Unità vittime specialiLaw & Order: Criminal IntentLaw & Order – Il verdettoConviction e Law & Order: LA. Non tutte sono state fortunate come la serie madre, ma hanno indubbiamente contribuito al suo longevo successo.

La popolarità di Friends e Will & Grace

Nel 1994 arriva Friends, creata da David Crane e Marta Kauffman, sitcom durata ben 10 stagioni incentrata su un gruppo di giovani amici che trascorrono la propria vita a Manhattan. Nel corso della sua lunga attività, la serie è diventata un vero e proprio fenomeno mondiale, con indici di ascolto elevatissimi negli Stati Uniti, ma anche in tutto il resto del mondo. L’episodio finale fu visto da circa 52,5 milioni di spettatori, entrando di diritto nell’olimpo dei finali più visti nella storia delle televisione, nonché l’episodio più visto in assoluto in TV dal 1994 al 2004.

Jennifer Aniston e Courteney Cox, più di tutti gli altri membri del cast, hanno ottenuto un riscontro molto positivo dalla fama della serie, proseguendo la propria carriera ad Hollywood negli anni successivi.

Mentre Friends spopolava in patria e all’estero, nel 1998 arrivava Will & Grace. Creata da David Kohan e Max Mutchnick, la serie racconta le vicende dei due protagonisti: Will Truman, un avvocato gay, e la sua migliore amica Grace Adler, un’arredatrice d’interni. A loro si affiancano i co-protagonisti: Jack McFarland, ragazzo apertamente gay e sempre alla ricerca di un lavoro, e Karen Walker, ricca e alquanto bizzarra “collaboratrice” di Grace. La serie è andata in onda per ben 8 stagioni, fino al 2006 chiudendo con un finale che ha totalizzato 18 milioni di spettatori.

Un finale solo apparente, dato che lo scorso anno la rete ha realizzato una nona stagione revival composta da sedici episodi. Grazie alle sue dinamiche, il fascino dei suoi protagonisti, e le tematiche che vanno a colpire in modo diretto questioni legate alla sessualità, lo show fin dai suoi esordi ha vantato un taglio tragicomico capace di adattarsi a vari contesti narrativi. Una precisa impronta narrativa che la nuova stagione ha ripescato senza troppi compromessi, risultando oltremodo attuale.

Il ritorno della crisi

Con gli anni 2000 la rete regredisce nuovamente in ascolti. Principale colpa è da imputare all’epilogo delle sue serie più popolari, ma anche alla pressione della concorrenza, spinta a cambiare nuovamente approccio a causa della rivoluzione televisiva apportata dagli invidiati prodotti di HBO.

Dopo alcuni anni di parziale anonimato nel palinsesto, alcuni autori provano a riportare la rete sulla giusta via proponendo alcune novità come My Name Is Earl, brillante ma sfortunata comedy creata da Greg Garcia, cancellata a sua stessa insaputa dalla rete dopo quattro stagioni, lasciando spalancate le porte ad un finale che forse non vedremo mai.

L’anno successivo, nel 2005, Ricky Gervais e Steve Merchant creano il remake inglese The Office, geniale comedy che attraverso uno stile documentaristico racconta la vita di un gruppo di persone che lavorano in un ufficio di Scranton, Pennsylvania, intenti a non perdere il proprio posto alla “Dunder Mifflin”. Tra i protagonisti della serie inoltre ritroviamo Steve Carell, nei panni del direttore Michael Scott. Nel corso delle sue nove stagioni la serie è stata un crescendo di ascolti e critica, aggiudicandosi diverse nominations e vittorie agli Emmy Awards.

Nel 2006 arriva Heroes, visionaria creazione di Tim Kring, nonchè il progenitore del genere supereroistico che popola attualmente il panorama televisivo. Ambientata in un contesto realistico, dove non esistono supereroi, ma solo una ridefinizione dell’essere comune che attraverso abilità fuori dall’ordinario influenza la società.

Dopo un grande successo iniziale, dovuto all’intricata trama della prima stagione (Salva la cheerleadersalva il mondo vi dice nulla?), e l’enorme parentesi introspettiva dei suoi protagonisti, la serie dovette confrontarsi con una serie di problemi produttivi che nel corso delle quattro stagioni smorzarono lentamente l’interesse del pubblico. L’addio di vari autori coinvolti nella serie, e lo sciopero degli sceneggiatori comportarono di versi rallentamenti all’intero progetto, che si chiuse con una brusca cancellazione nel 2010. Con l’esplosione della popolarità dei cincomics moderni e le serie TV di Netflix e CW, nel 2015 Tim Kring e NBC decidono di tornare nuovamente nell’universo di Heroes con una serie reboot/sequel intitolata Heroes: Reborn, cancellata dopo una sola stagione.

Sulla scia di The Office, sempre nel 2006 è il turno di 30 Rock, serie ideata e interpretata dall’attrice e comica Tina Fey. A metà tra la parodia e l’autobiografia, la serie racconta del The Girlie Show, un immaginario show comico dal vivo, ispirato all’esperienza della Fey come autrice del Saturday Night Live. Vincitrice di ben quattordici Emmy Awards e sei Golden Globe, lo show si è concluso dopo sette stagioni nel 2007.

Tantissime sono le guest star che hanno preso parte alla serie, tra cui James Franco, Matt Damon, Elizabeth Banks, Queen Latifah, Rob Reiner, John Amos, Julia Louis-Dreyfus, Jon Hamm e tanti altri.

L’arrivo di Chicago

Il papà di Law & Order, Dick Wolf, torna nuovamente nel mondo dei procedural longevi producendo il franchise di “Chicago” nel 2012 con Chicago Fire. Creata da Michael Brandt e Derek Haas, la serie si concentra sulla vita dei membri della Caserma 51 del Chicago Fire Department, adottando una struttura tipicamente procedurale con storie autoconclusive.

Successivamente, nel 2014, 2015 e il 2017 il franchise si amplia con l’arrivo di Chicago P.D, Chicago Med e Chicago Justice. Nel corso delle stagioni gli show sono inoltre protagonisti di episodi cross-over che riuniscono il cast di ciascuna serie. Non a caso il backdoor Pilot di Chicago Justice è stato inserito in un cross-over tra le prime tre serie.

Seguendo la scia delle serie DC di The CW, nel 2014 la NBC propone la serie TV in live-action di Costantine, adattamento televisivo dell’omonimo protagonista dei fumetti Hellblazer. Nonostante abbia avuto vita breve (una sola stagione), il fascino di Matt Ryan e il suo carisma nei panni dell’esorcista gli garantiscono una certa popolarità tra i fan, tanto da spingere The CW ad introdurlo ufficialmente nell’Arrowverse con sporadiche apparizione in Arrow e Legends of Tomorrow.

Dopo una serie di produzioni infelici, nel 2016 arriva il grande mattatore degli ascolti che rilancia NBC in vette alle classifiche. Stiamo parlando ovviamente di This is US, l’insospettabile show corale creato da Dan Fogelman che attraverso due archi temporali racconta la vita di una grande famiglia, abolendo qualsiasi stilema politico e sociale negativo in favore di una storia reale e concreta ricca di ottimismo. Uno show che veicola positività nel suo pubblico raccontando con semplicità il passato, presente e il futuro di una grande famiglia. Con questi pochi strumenti la serie creata da Folgeman si è ritagliata nel giro di due anni tantissima attenzione mediatica, convincendo critica e pubblico, guadagnandosi premi prestigiosi e nominations ai Golden Globe e gli Emmy Awards.

NBC è una rete ambiziosa, molto attenta agli ascolti e al gradimento del pubblico. Molte sono le serie che hanno avuto vita breve nei suoi palinsesti, ma possiamo affermare con estrema certezza che NBC è la vera fautrice della sitcom moderna, capace di intrattenere tante fasce di pubblico, proponendo spesso critiche sociali e politiche con prodotti di ottima qualità come Will & Grace, o la stessa Law & Order, che nel corso degli anni ha affrontato casi di grande attualità.

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