Festival di Sanremo: il monologo di Favino conclude un festival altalenante ma vincente

Il monologo di Pierfrancesco Favino

Questo Festival di Sanremo voluto, curato e desiderato da Claudio Baglioni ha vinto sotto ogni profilo, gli ascolti delle prime quattro serate hanno addirittura superato quelli di Carlo Conti e non era impresa semplice. Mentre va in onda la serata finale, qui la nostra cronaca della serata, arriva Pierfrancesco Favino, in penombra recitare in un crescendo di pathos un monologo che ha stupito tutti.

Festival di Sanremo. Pierfrancesco Favino commuove e mette tutti d’accordo.

Impossibile criticare l’intenso monologo di Favino che in queste serate del 68mo Festival di Sanremo, è stato il personaggio più versatile e poliedrico fino ad arrivare alla ciliegina sulla torta del monologo tratto da La notte poco prima della foresta di Bernard-Marie Koltès, storia di estraneità e di esclusione, appena andata in scena all’Ambra Jovinelli di Roma.

Favino si commuove e ci commuove e conclude un’edizione vincente anche se con momenti altissimi e momenti bassissimi di noia e tanta superficialità come la pessima battuta dello stesso Favino su Conchita Wurst. Tanti i momenti intensi e belli, con la musica sempre al centro e con grandi ospiti italiani e internazionali.

Un vero festival della musica, che piaccia o meno, è quello che per anni è stato il Festival di Sanremo poi persosi strada facendo, per citare una canzone di Baglioni, grazie proprio a lui sembra aver ritrovato una sua identità.

Grazie Baglioni e grazie Favino!

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