The Gifted 1×10: Recensione

The Gifted 1×10: Recensione

Il midseason finale di The Gifted regala emozioni, un addio inaspettato e svela il vero villain della stagione. Ecco la nostra recensione di “eXploited”

  • Titolo originaleThe Gifted
  • Paese – Stati Uniti d’America
  • Anno – 2017 (in corso…)
  • Genere – azione
  • Stagioni – 1
  • Episodi – 13
  • Durata – 47 min (episodio)
  • Lingua originale – inglese
  • Cast – Stephen Moyer, Amy Acker
  • Messa in onda italiana: 18 ottobre 2017 su FOX canale 112 di Sky

Nuovo episodio, nuovo pausa per The Gifted che, riprenderà la sua corsa dopo le festività a Gennaio con gli ultimi episodi aggiuntivi ordinati da FOX.

L’aria che si respira in questo decimo appuntamento è quella di un season finale, ma dal sapore incompiuto, quindi la scelta di ordinare altri episodi per dare completezza a questa prima stagione è assolutamente sentata.

Da season finale iniziale quindi, “eXploited” si trasforma in un’efficace midseason finale pieno di azione, qualche colpo di scena ben orchestrato e una morte inaspettata. Gli ingredienti perfetti ci sono tutti, ma come sempre c’è voglia di raccontare tanto e fare troppo in un minutaggio risicato che cerca di tenere ben salde le redini di una storyline principale sempre frammentaria che apre tante parentesi riempitive inutili.

Dopo la cattura di Andy, Lauren, Blink e Dreamer, il gruppo dei mutanti deve decidere in fretta un piano per salvarli, ma non tutti sono d’accordo sul da farsi, ma nel disperato tentativo di salvare la sua “famiglia” dalle industrie Trask, Esme prosegue la sua manipolazione sfruttando le sue capacità da telepate. Spinti dal raggiro delle parole di Esme, Reed e Caitlin decidono di rintracciare l’Agente Turner dei Servizi Sentinelle, ed è proprio in questo frangente che rientra in scena quella parentesi superflua e pretenziosa che, sfocia in un confronto verbale all’apparenza molto teso che si traduce tuttavia in un nulla di fatto, ma riaccende un briciolo di quell’umanità che Turner aveva seppellito per fare spazio alla vendetta per la morte di sua figlia. Un tentativo di redenzione che, date le circostanze, era abbastanza prevedibile, ma che nel complesso finisce per essere poco credibile.

Apprezzabile Garret Dillahunt nei panni del freddo e spietato Roderick Campbell, che cerca di sfruttare i poteri dei giovani fratelli Strucker per ottenere l’arma definitiva in grado di eliminare i mutanti. Tensione, paura e dramma tengono l’attenzione dello spettatore viva per tutta la durata, ma le difensive dei due fratelli nei confronti di Campbell a poco servono, e a farne le spese è Dreamer, uccisa a sangue freddo davanti agli occhi attoniti di Blink e i due ragazzi. Una sequenza emotivamente molto forte, e resa altrettanto bene proprio dalla freddezza di Dillahunt.

Così come la scelta di redimere Turner appaia troppo frettolosa, discorso analogo vale anche per Dreamers, la cui morte francamente lascia l’amaro in bocca e mette in evidenza le falle presenti in tutte le storyline secondarie aperte dallo show nei precedenti episodi. L’intreccio sentimentale tra Blink, Thunderbird e Dreamer, suggerito a più riprese, viene quindi abilmente eclissato con la morte di quest’ultima.

Il meglio però arriva proprio nella spettacolare sequenza finale in cui Esme si rivela essere una delle Naiadi di Stepford, tre gemelle telepati che agiscono all’unisono provenienti direttamente dai fumetti Marvel. Le tre donne hanno un potere spaventoso e negli attimi finali dell’episodio capiamo finalmente che il vero villain di The Gifted non sono gli esseri umani, ma i mutanti stessi.The Gifted trova infine la sua vera nemesi, e a giudicare dal massacro che anticipa i titoli di coda, le tre gemelle saranno un grande avversario per i mutanti clandestini.



Commento finale

eXploited è un buon midseason finale che alterna azione, dramma e tensione, ma viene infarcito da alcuni elementi di contorno che ogni volta dimostrano poca coerenza nei confronti dello spettatore, tradendo gli sviluppi dei personaggi, oppure troncandoli direttamente per diluire le troppe trame secondarie della serie. Ripetiamo quindi un discorso già ribadito in altre occasioni: la serie creata da Matt Nix lavora molto bene sull’intrattenimento, ma è poco originale nei risvolti che propone allo spettatore, e quando ha la possibilità di creare dei twist soddisfacente, alcune sbavuture nella scrittura e la regia fanno deragliare questi intenti.

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