Tv, dal 2022 addio digitale terrestre: si va verso il nuovo standard DVB-T2

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Decoder DVB-T2

Il segnale digitale terrestre che tutti conosciamo e a cui ci siamo dovuti abituare non sarà più valido.

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Decoder DVB-T2

Ci ricordiamo ancora tutti quanto ci sia voluto per adeguare al meglio i nostri televisori acquistando decoder appositi o televisori già predisposti, ci sono voluti anni per adeguarsi ma dal 2018 inizierà un nuovo processo, entrato anche nella nuova Manovra economica del governo che dovrebbe terminare, si spera, entro il 2022 quando si spegnerà definitivamente l’attuale segnale digitale terrestre in favore del nuovo standard DVB-T2 con codec HEVC.

Più del 90% dei televisore attualmente nelle case degli italiani non saranno in grado di ricevere le nuove trasmissioni e richiederanno un decoder aggiuntivo o la sostituzione dell’intero apparecchio. Arriva quello che può definirsi come il 5G della televisione italiana.

Un processo che sicuramente non piacerà a molti utenti, in molti saranno anche costretti a spendere soldi per l’acquisto di un nuovo decoder se non addirittura nuovi televisori perchè gli incentivi messi a disposizione del governo sono veramente pochi.

Lo spegnimento delle trasmissioni DVB-T attuali è motivato dalla restrizione delle risorse frequenziali destinate alle trasmissioni TV a causa della cessione al 5G della banda 700, questa (e solo questa) stabilita dall’Europa.

Il processo operativo inizierà il 1 gennaio del 2020 e terminerà entro e non oltre la scadenza tassativa del 30 giugno 2022, un periodo di due anni e mezzo molto più corto dello switch off dell’analogico per il quale furono necessari 6 anni.Come se non bastasse bisognerà anche ricorrere ad una manutenzione necessaria nei sistemi di antenne tv, soprattutto quelle centralizzate condominiali.


Ci sono gli incentivi per i decoder ma sono pochi.

La legge Finanziaria prevede anche una serie di stanziamenti per agevolare questo delicato passaggio. Si tratta di soldi tratti dai proventi della messa all’asta della banda 700 MHz alle telco per il 5G, un’asta dalla quale il Governo prevede di incassare come minimo 2 miliardi e mezzo di euro, come si legge nello stesso articolo della legge. Di questi 2 miliardi e mezzo (minimi, ma potrebbero essere di più), quelli reinvestiti per favorire il passaggio al DVB-T2 e HEVC sono circa 750 milioni: tutti gli altri, come minimo un miliardo e 750 milioni, sono destinati alle casse dello Stato.

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