American Horror Story 7×07: Recensione

American Horror Story 7×07: Recensione

American Horror Story: Cult si prende una piccola pausa dalla storia principale e porta in scena le vicende di Valerie Solanas. Ecco la nostra recensione di “Valerie Solanas Died for Your Sins, Scumbag”.

  • Titolo originaleAmerican Horror Story: Cult
  • Paese – Stati Uniti d’America
  • Anno – 2010 (in corso…)
  • Genere – horror
  • Stagioni – 7
  • Episodi – 10
  • Durata – 47 min (episodio)
  • Lingua originale – inglese
  • Cast – Evan Peters, Sarah Paulson

Questa settimana American Horror Story: Cult mette temporaneamente in pausa le vicende della trama principale per addentrarsi in una storia collaterale che affonda le sue radici sul finire degli anni ’60 per raccontare la storia di Valerie Solanas.

Valerie Solanas Died for Your Sins, Scumbag” si avvicina per quasi tutta la sua durata al tradizionale episodio riempitivo per dare corpo ad una stagione che forse avrebbe meritato una più sensata riduzione, quest’anno.

Sono molti infatti gli episodi “inutili” in questa settima stagione, e anche questo purtroppo non fa poi tanta eccezione, staccandosi dalla tematica politica per addentrarsi nella lotta al femminismo attraverso la vicenda di Valerie e il suo SCUM Manifesto. Ovviamente Murphy decide di partire dalla storia vera nota a tutti, iniziando con il tentato omicidio di Andy Warhol (sempre Evan Peters), ma con l’avanzare modella il contesto esasperandolo secondo i canoni di American Horror Story, infarcendolo di nuove informazioni e rivelazioni sulla vicenda attraverso le parole di una testimone vissuta al fianco della donna, interpretata da Frances Conroy.

Un lungo flashback intervellato da momenti che si riallacciano alla storia attuale di American Horror Story: Cult, ma in modo sempre raffazzonato, con una messa in scena sempre fumosa e poco chiara sul come e il perché. Si tratta di una gigantesca parentesi per annunciare l’inizio di una ribellione interna nella setta di Kai, già premeditata in qualche recensione precedente. Ma ancora una volta, lo show continua ad essere molto stucchevole nei risvolti, dato che nel finale il piano architettato dalle “donne” di Kai si rivelerà una sua malefica macchinazione apparentemente ideata proprio in collaborazione con il personaggio della Conroy.

Tornando ai flashback, il loro essere riempitivi, muovono una provocazione sociale importante, forse estremizzata e fin troppo sopra le righe, ma che nell’ottica della storia principale vuole spingere le donne della setta di Kai a generare una sorta di antitesi dei suoi stessi ideali grazie alle parole della Conroy. Pur raggiungendo vette di odio pazzesche in un solo episodio, Lena Dunham porta in scena una Valerie Solanas piuttosto convincente, così come appare sensata la scelta di affibbiarle la vera identità del Killer dello Zodiaco. Una rivelazione forse di cui non avevamo bisogno, ma giustamente chi avrebbe mai puntato il dito verso una donna killer in quel periodo? Nessuno…

Chiudiamo infine con il sanguinolento finale dell’episodio, che vede la brutale morte di Harrison per mano di Ivy e soce, a testimoniare quindi la loro volontà di ribellersi contro Kai seguendo lo SCUM Manifesto di Valerie.



Commento finale

“Valerie Solanas Died for Your Sins, Scumbag” è molto presuntuoso, si presenta come un gigantesco filler che in realtà risulta funzionale anche al proseguimento della trama principale. In teoria non sarebbe un male, ma a tradirlo è una gestione dei tempi non proprio ottimale che rende frettoloso e fumoso lo svolgimento sia dei flashback che della storyline nel presente. Una sceneggiatura traballante che lascia in disparte le buone idee (perché non sfruttare le debolezze di Kai?) per allungare inutilmente il brodo aggiungendo tanti elementi e personaggi di contorno ad una storia che francamente non ne ha bisogno.

 

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