The OA, l'enigmatica serie di Netflix tra domande senza risposta e un possibile seguito

The OA recensione

La serie più enigmatica dell’anno.


Chi ha avuto modo di vedere The OA la nuova enigmatica serie in otto puntate targata Netflix avrà quasi certamente pensato a cosa si saranno fumati i due sceneggiatori Brit Marling e Zal Batmanglij visto che oltre a riuscire a non far trapelare nulla sulla trama della serie prima della sua uscita, trapela ben poco anche da tutta la serie finale compreso.

The OA sembra appartenere ad una di quelle serie, poche per la verità, che oltre ad una trama in senso stretto cerca di lasciare aperte varie chiavi di lettura, varie interpretazioni sui vari elementi che sono lasciati aperti volutamente. Ridurre il tutto alla storia di una ragazza cieca che scompare nel nulla per sette anni per poi ricomparire all’improvviso con la vista perfettamente riacquistata è riduttivo, chiuderla poi dopo il finale sostenendo che la ragazza è solo una povera pazza che si è letta una serie di libri costruendo una storia affascinante, suggestiva ma completamente inventata anche.

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La serie affronta tematiche da sempre affascinanti, delicate e un pò complicate come le esperienze pre-morte o post-morte: cosa c’è dall’altra parte cercando di dare risposte scientifiche che puntualmente falliscono, nel caso specifico viene raccontato un approccio solo in apparenza scientifico ma in realtà poco chiaro che arriva anche alla possibile cura di malattie come la SLA.

Nella serie inoltre sono presenti elementi tipici del racconto di formazione alla Stranger things per intederci e per rimanere fermi ad un’altra serie grande successo e rivelazione sempre di Netflix. Quello che il finale fa è non rispondere a tutti i quesiti ma lasciandoci comunque basiti e colpiti dal coraggio di raccontare una storia ricca di enigmi.

Inoltre i due autori intervistati di recente hanno lasciato intendere che esiste ancora molto materiale anche per una seconda stagione completa: voi l’avete vista? Che ne pensate?

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