"Inventare il tempo", la grande musica lirica e da camera raccontata su Rai 5

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Inventare il tempo

Inventare il tempo è un modo nuovo di raccontare la musica lirica e da camera.

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RaiCultura presenta il programma Inventare il tempo, scritto e condotto da Sandro Cappelletto, con la regia di Angelo Bozzolini. Otto puntate da mercoledì 17 settembre alle 21.15 su Rai 5, ch. 23 del Digitale Terrestre. Eseguita e narrata: che si tratti di un quartetto d’archi, una sonata per pianoforte o di un madrigale, la grande musica si può ascoltare e anche raccontare. Uno spettacolo di musica e parole in cui il compositore e la sua opera vivono nella storia del loro tempo e la trascendono, per arrivare fino a noi. Come accade ai capolavori.

E i capolavori non mancano nelle otto puntate della serie, tra le creazioni più alte della musica da camera: le Variazioni Goldberg di Bach, il Quartetto delle dissonanze di Mozart, il Quintetto con pianoforte di Šostakovic, il Quartetto per la fine del Tempo di Olivier Messiaen, i Canti polacchi di Chopin.
Sul set il narratore, Sandro Cappelletto, giornalista e storico della musica. Accanto a lui gli interpreti. Molti i giovani, come i due ragazzi e le due ragazze del Quartetto Guadagnini, recente vincitore del Premio Abbiati della critica musicale italiana riservato ai giovani interpreti. Con loro, alcuni dei grandi nomi presenti oggi nelle sale da concerto: Ramin Bahrami, Alessandro Carbonare, Michele Campanella, Gabriele Geminiani. E due celebri soprani: Daniela Mazzucato e Michela Sburlati.

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La regia di Angelo Bozzolini, autore televisivo, regista del recente film sull’Orchestra di Santa Cecilia Il carattere italiano, è centrata sul volto e il corpo degli interpreti, per comunicare la tensione e la fisicità stessa dell’esecuzione musicale.
Parole e suoni si inseguono, il racconto e l’esecuzione si integrano. La musica viene così scomposta e ricomposta, come “riscritta”, attraverso un costante dialogo tra il narratore e gli interpreti, chiamati a interrogarsi sulle ragioni del compositore, sui propri dubbi, sulle proprie scelte, invitati a stare al gioco, se serve a ripetere, anche a variare, o a sbagliare, una battuta o un tema, per aiutare il pubblico a comprendere un momento musicale.
Il programma prova a illuminare la storia e la struttura dell’opera prescelta, andandole dentro. E uscendo talvolta dal set per proporre immagini capaci di contestualizzare il luogo e il tempo propri della creazione dell’opera stessa.
Il set non è uno studio televisivo, ma un ambiente reale. Sono stati scelti interni di palazzi romani, in gran parte sedi di istituzioni culturali europee: si ascolteranno Mozart e Schubert nella biblioteca del Forum Austriaco di Cultura, Bach e Messiaen al Goethe Institut, Chopin nel salone dell’Istituto Polacco, Gesualdo nel cinquecentesco Palazzo Caetani.

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Una “ben temperata sobrietà” sovrintende a Inventare il tempo. Nessun effetto gratuito, ma essenzialità e chiarezza di immagini, di suoni, di parole. Quattro telecamere HD, una steady cam che fluttua tra gli strumenti, una piccola slider: la grammatica dell’immagine è sempre al servizio del testo e della partitura. Sandro De Pascalis cura una fotografia dalla forza cinematografica. La registrazione del suono, rigorosamente dal vivo, é affidata alla sensibilità di uno specialista come Igor Fiorini.

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