"L'uomo che sognava con le aquile", in replica la miniserie con Terence Hill su Rai Uno

"L'uomo che sognava con le aquile", in replica la miniserie con Terence Hill su Rai Uno

"L'uomo che sognava con le aquile", in replica la miniserie con Terence Hill su Rai UnoLunedì 9 giugno 2014 alle 21.10 Rai1 ripropone L’uomo che sognava con le aquile, una fiction televisiva di successo che ha per protagonista il grandeTerence Hill, ed è una storia di amore e di amicizia, di riscoperta del valore delle antiche tradizioni.

Girato nell’area del Reggino, il film racconta la storia di Rocco Ventura, un ex avvocato calabrese, che – dopo anni di lavoro – decide di ritornare nel suo borgo natio, l’Aspromonte, e di vivere producendo l’antico formaggio ricavato grazie ad una ricetta tipica tramandata da oltre 400 anni dai suoi avi. Quando una direttiva comunitaria gli impone di cambiare il metodo di produzione, Ventura si trova a dover combattere contro la Comunità Europea.

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Questa sua importante lotta si interseca con una delicata storia di amore e amicizia. Le location del film sono interamente calabresi: l’area dell’ex Liquichimica di Saline Ioniche, la città di Reggio Calabria, la Locride, Gerace e diversi centri dell’Aspromonte.

Il film vuole mettere in luce la caparbietà tipica della gente di Calabria, che quotidianamente lotta per la valorizzazione delle proprie tradizioni contrapponendosi alla crescente e distruttiva globalizzazione, fenomeno moderno che tende ad omologare il piccolo distruggendo ogni tipicità ed ogni distintivo segno culturale.

1 Comment

  1. Rossella

    Terence Hill deve molto a Don Matteo. In termini di patos secondo me si è bruciato, nel senso che lo preferivo quando sentivo gli spari dalla camera da letto dei nonni. Ammetto di non aver mai visto un western… però dipende dai punti di vista! Lo stesso discorso vale per Banfi, deve molto a Un medico in famiglia perché se non sbaglio ha ricevuto la laurea dopo questa stagione, quindi il medico ha reso trasversale il suo successo… però a mio avviso ha congelato la sua carriera! Nel senso che Banfi è barese e loro quando parlano in italiano non sembrano meridionali, i leccesi invece conservano il loro accento e quando studiano dizione perdono la spontaneità dei baresi.
    Se dovessi immaginare la consacrazione di Banfi –quella vera- penserei ad un lavoro di doppiaggio! Le emozioni sarebbero assicurate… sono una sua vecchia fan!

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