Rai, il Codacons apre un'inchiesta sugli sprechi del servizio pubblico

Rai, il Codacons apre un'inchiesta sugli sprechi del servizio pubblico

Si continua a chiamare servizio pubblico ma ormai sappiamo che la Rai da anni non la si può più chiamare come tale, intanto non solo la vincenda del compenso a Bobo Vieri per la sua partecipazione all’ultima edizione di Ballando con le stelle, ma il Codacons ha aperto un’inchiesta in grande stile sugli sprechi dell’azienda pubblica, coinvolti anche Paolo Bonolis e Roberto Benigni e i loro compensi per il Festival di Sanremo 2009.

Ma non è tutto qui perchè si indaga anche su altri casi emblematici di alcuni anni fa e tutti mai del tutto chiariti e risolti tra questi spicca il caso della trasmissione di Radio Rai1 “Italia: Istruzioni per l’uso” di Emanuela Falcetti, chiusa nel 2011 senza alcun motivo e sostituita con il programma “Prima di tutto” (all’interno del quale lavorerebbe una giornalista secondo alcuni troppo “vicina” al Direttore Antonio Preziosi), con conseguente crollo degli ascolti: in base ad alcune rilevazioni da 1,3 milioni di ascoltatori pari al 28% di share della Falcetti a 642mila ascoltatori con uno share del 15,42% per “Prima di tutto”.

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Altra nota dolente, il calo della raccolta pubblicitaria da parte della tv pubblica, scesa, secondo le rilevazioni Nielsel nel periodo gennaio-aprile 2012, del -17,8% a fronte di una media nazionale del -8,6%.

Ma il dossier che Codacons e Associazione Utenti Radiotelevisivi presenteranno domani alla Corte dei Conti, contiene anche tutta una serie di clamorosi flop televisivi, costati milioni e milioni di euro ai cittadini italiani: “Balls of steel” (Palle d’acciaio), “Votantonio”, “Wild West”, “Star Academy”, sono solo alcuni programmi trasmessi e chiusi dopo poche puntate.

Infine, resta il mistero di trasmissioni di une semplicità imbarazzante, come “Che tempo che fa” o “In mezz’ora”, appaltate a società esterne nonostante la Rai abbia tutte le risorse per realizzarle internamente. Anche su tale punto, la Corte dei Conti dovrà fare chiarezza – conclude il Codacons.

 

 

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