12/06/2025
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Valentina Bellè e Ornella Muti in una scena della fiction

Ornella Muti sulle molestie: “non dovremmo decidere da Barbara D’Urso se uno è colpevole o no”

Valentina Bellè e Ornella Muti in una scena della fiction

Ornella Muti tornata in tv nella fiction Sirene ha rilasciato un’intervista a Vanity Fair in cui ha parlato sia della figlia e della sua esuberanza che dello scandalo molestie che ha coinvolto il mondo dello spettacolo. Ornella Muti ha affermato d’essere dalla parte di Miriana Trevisan e Asia Argento ma anche detto che i processi non si fanno da Barbara D’Urso, è necessario chiarire le cose nelle sedi opportune:

Alla prima, che ha raccontato del suo incontro in albergo, hanno detto: “Vai a cena sola in un hotel con un produttore? Ma tua madre dov’era?”. All’altra anche peggio. Le hanno dato dell’attrice fallita. Una cosa ignobile. Perché, se fosse diventata Sophia Loren invece sarebbe andato bene? Capisce qual è il timore di aprirsi? Se parli, ti si scagliano contro. Racconti e ti dicono: “Che carriera miserabile hai fatto tu, stronza?”. 

Ma che significa? Non dovresti essere toccata a prescindere dai successi ottenuti con i tuoi film. “Siete delle donnette, siete delle fallite”. Questo dicono. E vorrei capire dove sarebbe la convenienza di denunciare se questo è il trattamento. Prima di trasformare una persona in un orco, aspettiamo un momento. Calma. Il processo in tv è di un livello bassissimo. Non dovremmo decidere da Barbara D’Urso se uno è colpevole o innocente.

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L’attrice ha poi definito la figlia Naike una persona libera, esuberante e anche se spesso è giudicata male in tv c’è sicuramente di peggio:

Naike, che è una matta, puoi amarla o meno, ma è una ragazza libera. Mette le sue foto nuda su Instagram? Embè? Sono gli altri a superare la porta di casa sua, a entrare nel suo profilo, a prenderle, a pubblicarle sui social, a insultarla, a dire che è in un modo o in un altro. A giudicarla in maniera cattiva. Io e Naike saremo anche due troie, ma abbiamo messo al mondo due ragazzi puliti. Che non guardano dal buco della serratura, che non si interrogano sul pompino di Cecilia nell’armadio del Grande fratello e non si concentrano soltanto sullo schifo, ma sanno guardare anche al bello. Se insegni a cercarlo, il bello alla fine lo trovi.

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