Un personaggio ambiguo quello de L’ingegnere nella seconda stagione della fiction Mediaset.
Andrea Tidona anche se non conosciutissimo al grande pubblico è un attore di cinema, televisione ma soprattutto di teatro, la sua prima, vera e unica scuola di formazione e di vita. L’attore ha avuto anche diverse esperienze nel doppiaggio. Presto lo rivedremo in tv nel cast della seconda stagione di Squadra Mobile – Mafia Capitale in partenza da mercoledi 13 settembre su Canale 5. Lo abbiamo visto anche nella prima stagione de I Medici per la Rai. Qualche domanda per conoscerlo meglio.
1 – Andrea Tidona: ci può parlare del suo personaggio nella serie Squadra mobile e se e come evolverà nel corso della seconda stagione?
Il personaggio che interpreto, chiamato soltanto “L’Ingegnere”, è un personaggio nuovo per la serie. E’ infatti legato direttamente a “Mafia capitale”, perciò non figurava nella 1^ serie. E’ il classico “burattinaio” che vive nell’ombra e che tutto muove perchè tutto fa riferimento a lui. Nel corso delle puntate vedremo sfilare al suo cospetto: cardinali, imprenditori, politici, delinquenti di vario genere. Lui ha dossier di tutti, è in grado di ricattare tutti e quindi ha un grande potere. Un potente esponente di certa massoneria.
2 – Ha preso parte anche alla serie storica I Medici: che personaggio era il suo? La rivedremo anche nella seconda stagione?
Non faccio parte della seconda serie de “I Medici”. Il personaggio che interpretavo nella prima serie “Papa Martino V” , un tipo poco influenzabile e non molto disponibile ad accondiscendere ai voleri della famiglia Medici non compare più.
3 – Com’è l’esperienza di set della serie Braccialetti rossi?
ll set di “Braccialetti rossi” è stata un ‘esperienza irripetibile, credo. Per la composizione del cast: ragazzi alle prime armi, quando non completamente inesperienti, giovani promesse e attori fatti; di grande spessore umano e professionale. Per l’atmosfera che vi si respirava, un miscuglio di ricca umanità, generosità, imprevedibilità, affetto, anarchia apparente. Il tutto frullato magistralmente da Giacomo Campiotti. Un regista molto particolare nel panorama italiano.
4 – Ha partecipato anche al film premio Oscar La vita è bella di Benigni: che ricorda ha di quell’esperienza?
Sì, ed è passato qualche giorno da allora. E’ stato il mio primo film e come inizio non mi posso lamentare,ah, ah!! Ricordo solo un gran divertimento. Facendo parte della sezione “Grand hotel” era difficile stabilire con certezza chi veramente era impegnato e chi no, per cui eravamo spesso convocati sul set, ma poi in effetti non lavoravamo, e allora era tutto un aggirarsi e fare scherzi. Ma quando c’era da fare, tutti in campana. Di Roberto ricordo l’instancabilità e il senso di un grande gioco quando si girava.
5 – Che personaggio ha interpretato nella soap Un posto al sole qualche anno fa?
“Salvatore Fossatari” si chiamava il mio personaggio. Un prete piuttosto in gamba che era il vero padre di Silvia. Lui ovviamente non ne era a conoscenza, quando lo viene a sapere scoppia il dramma, per lui, per la figlia e per la madre (Teresa) che era l’unica a conoscere la verità. Dopo un po fui spedito in missione in Africa e si persero le tracce. Ricordo con divertimento che i miei amici che seguivano la soap, ogni tanto mi informavano che era arrivata una mia lettera dall’Africa.
6 – Quali esperienze teatrali ha fatto oltre Re Lear con Strehler? Prossimamente sarà ancora a teatro?
Nel teatro sono nato, nel teatro sono cresciuto. Per venticinque anni ho fatto solo quello. Ho lavorato con tanti attori e registi bravi e con tanti attori e registi scadendi. Da tutti ho imparato!! Da quelli bravi quello che dovevo fare, da quelli scadenti quello che non dovevo fare. Quello che sono lo devo a loro. Al teatro torno appena posso, perchè quello è il vero habitat dell’ attore.
7 – Oltre alla recitazione si dedica anche ad altre attività?
Nessun’ altra attività, non saprei che altro fare. Anche se una cosa che penso avrei fatto volentieri, in alternativa c’è: il cuoco. E infatti quando ho tempo e la cosa mi sfizia preparo da mangiare per i miei amici.
8 – Prossimi progetti televisivi, cinematografici e teatrali che ci può anticipare?
Un progetto per RAI1, ma non avendo ancora firmato, evitiamo. Il cinema mi ignora, ma io di ciò non soffro poi tanto. Per cui siamo in reciproca sintonia. Farò due spettacoli in teatro uno intitolato “La cena” di G. Manfridi regia di W. Manfrè. In questo spettacolo gli attori sono a tavola e a quella stessa tavola siedono gli spettatori in numero di ventisette. Nessun altro assiste allo spettacolo. Veramente particolare, forte. Un’esperienza, credetemi. Il secondo è un classico del teatro di Pirandello: “Vestire gli ignudi” regia di G. Aronica. Uno spettacolo messo in scena nel solco della tradizione, ma non convenzionale, agile, sfrondato di tutti i “pirandellismi”. Con un cast straordinario e straordinariamente aderente ai personaggi.
Intervista a cura di Giuseppe Ino per Teleblog.