“Io e mio figlio 2”: l’ultima puntata e resoconto

Quando tutto sembrava compromesso, quando tutto andava male sul lavoro e peggio nella vita privata e il tentato suicidio di Salvatore (Luigi Maria Burruano) sembrava il colpo di grazia al vecchio leone ferito, il commissario Vivaldi (Lando Buzzanca) si è ripreso colpo su colpo. L’unico al quale ha confessato le sue difficoltà è stato l’amico, in ospedale, mentre si trovava in coma. Da lì la forza per la risalita. Da Yuri (Paolo Romio) la soluzione della terza equazione.

Ha ripreso in mano con autorità le indagini sul caso Ferrer non facendosi influenzare dalle questioni personali, ma seguendo come ha sempre fatto, quel pensiero induttivo che molti scambiano per intuito e che contraddistingue i grandi poliziotti. Pezzo per pezzo ha scoperto tutto il gioco messo in piedi da Zorzi (Alberto Molinari), diventato unico indiziato. Con l’aiuto di Stefano (Giovanni Scifoni, qui la nostra intervista) ha scoperto l’identità della madre del gallerista e finalmente il collegamento con la famiglia Ferrer.

L’arresto di Zorzi dopo che questi aveva minacciato di ammazzare Laura e l’arresto della madre di Zorzi hanno posto la parola fine a un’inchiesta durata più di quindici anni sconvolgendo tante vite. Prima fra tutte quella di Salvatore che, risvegliatosi dal coma ha potuto finalmente conoscere il vero colpevole. Di conseguenza sono cadute le accuse contro di lui, ma quello che più gli stava a cuore: sua figlia Eva (Elena Bouryka) è stata salvata. Certo, non tutto si è risolto per il meglio. Per Federico, il rapporto con Laura (Caterina Vertova) è tutto da ricostruire, e ci vorrà molta pazienza per ritrovare la fiducia reciproca.

Nel frattempo anche l’omicida dell’ospedale è stato arrestato. Il giovane dottore che toglieva la spina dei macchinari che tenevano in vita pazienti terminali. Per non farli soffrire più.

Uno sbalzo nel futuro, la festa sulla barca di Salvatore, davanti al fantastico scenario del porto di Trieste ci rivela che Stefano e Damien (Giuseppe Schisano) sono tornati insieme. Valentina ed Enrico si sono sposati e hanno un bambino, tenuto orgogliosamente in braccio dal suo padrino, l’ispettore Vivaldi.

Si conclude così la seconda serie di una fiction particolare. Che è nata cinque anni fa come film tv in due puntate, portando in prima serata su Rai Uno la storia di un amore omosessuale, all’interno di un ambiente virile come la Polizia di Stato rappresentato da Lando Buzzanca e in contrasto con esso. Ci sono voluti cinque anni per fare il seguito, una miniserie in sei puntate. L’augurio è che il successo di pubblico spinga la Rai ad accorciare i tempi per le nuove puntate. Anche solo per rivedere gli scenari triestini che sono stati sfondo caratteristico delle vicende di Vivaldi e della sua squadra. Cartoline del capoluogo giuliano: Piazza Unità, dove Laura lavorava nell’ufficio turistico, le rive, il molo Audace per inoltrarsi nel mare e schiarirsi le idee fino al parco del Castello di Miramare e il lungomare di Barcola. Ma anche i dintorni: dalla Napoleonica alla Val Rosandra.  Un’Italia diversa, uno scenario elegante che si sposa in modo ideale con la storia e i personaggi di questa fiction.

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